Il presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia oggi, 14 luglio 2021, alle ore 16, visiteranno la Casa Circondariale ‘Francesco Uccella’ di Santa Maria Capua Vetere, alle porte di Caserta. Secondo quanto riportato dall’Ansa al termine dell’incontro ambedue rilasceranno alcune dichiarazioni. L’incontro nel carcere della rivolta dei detenuti nell’aprile 2020 ha un peso notevole: il penitenziario è infatti al centro dell’inchiesta sugli scontri della primavera scorsa in cui sono contestati ai vertici della struttura e agli agenti penitenziari i reati di violenza e tortura. Sono 52 gli agenti che dovranno rispondere di torture, maltrattamenti e falso.
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Santa Maria Capua Vetere, Draghi e Cartabia in visita al carcere: a che punto è l’indagine
A seguito dell’inchiesta che ha portato a 52 misure cautelari il premier Draghi e la ministra della Giustizia Cartabia si recheranno nel pomeriggio al Carcere di Santa Maria Capua Vetere. Dopo la visita alla Casa Circondariale ‘Francesco Uccella’ l’ex numero uno della Bce e la Guardasigilli rilasceranno alcune dichiarazioni. Un intervento fortemente voluto dal governo dopo lo scandalo nel luogo-simbolo dei soprusi ai detenuti picchiati dagli agenti di polizia penitenziaria.
Draghi e la ministra Cartabia andranno nelle “celle degli orrori”, come riporta “Il Mattino”. L’inchiesta era stata avviata dopo le denunce, da parte di alcuni detenuti, di violenze nei loro confronti come “punizione” per la rivolta, scoppiata il 6 aprile 2020. Tutto a seguito di alcuni casi di positività al Covid in carcere. L’ordinanza di custodia è stata firmata dal Gip Sergio Enea, su richiesta dei pm Pannone e Pinto, con l’aggiunto Milita e il procuratore capo Antonietta Troncone. 52 i destinatari delle custodie cautelari. 18 indagati ai domiciliari, 23 le interdizioni da pubblici uffici, 8 finiscono in carcere. La maxi indagine conta: 27 faldoni, una ventina di video che registrano 4 ore di maltrattamenti e ben 2300 pagine di ordinanza del Gip.
«Abbattiamoli come vitelli», abusi inaccettabili al penitenziario
Gli agenti coinvolti dovranno rispondere a vario titolo dei reati di torture pluriaggravate, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico aggravato, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio.
Violenze definite “degradanti e inumane” messe in atto per “dare un segnale forte”. “Abbattiamoli come vitelli” ed “è stata una operazione di pulizia” sono alcune delle frasi choc pronunciate dagli agenti e pubblicate da ‘Repubblica’. Abusi inaccettabili che avevano rappresentato una “risposta” della polizia penitenziaria alle proteste dei detenuti del Reparto Nilo. Leggi anche l’articolo —> Riforma della Giustizia, Cartabia: «Corregge gli effetti problematici della legge Bonafede»