Utilizzare la strategia delle sanzioni è davvero l’arma vincente per fermare la Russia in terra ucraina? A più di due mesi dallo scoppio della guerra, la risposta sembra essere no. O almeno non nel breve periodo. Mosca, infatti, nonostante tutto, continua a bombardare, e di fatto le forniture di gas non si sono mai fermate. Così come, quindi, i finanziamenti al governo di Putin e al conflitto.
Sanzioni, il prossimo obiettivo è il patriarca Kirill
A quanto pare, però, per l’occidente sembra essere l’unica via possibile. E questo perché da una parte è vero che si sta centrando l’obiettivo di isolare lo Stato. Dall’altra, tuttavia, la bilancia dei pagamenti resta in attivo. Così l’Unione europea sta lavorando allo stop del petrolio dalla Russia, e valuta di allargare le sanzioni anche al capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca di Mosca Kirill. Secondo quanto emerso un documento arrivato all’attenzione dell’agenzia France Press, la Commissione europea ha proposto di multare Kirill all’interno di un nuovo pacchetto di misure per la guerra in Ucraina. Si tratta di una lista che dovrà essere approvata dagli stati membri, e che si compone di 58 nomi. Tra questi spiccano anche quello della moglie, della figlia e del portavoce del Cremlino: Dmitri Peskov.
D’altronde, Kirill non ha mai nascosto il suo appoggio alla cosiddetta “operazione speciale”: “La Russia non ha mai attaccato nessuno, ma ha sempre difeso i suoi confini. Non vogliamo combattere con nessuno. La Russia non ha mai attaccato nessuno: ha solo difeso i suoi confini”, ha ribadito solamente ieri.
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Nel mirino anche la banca più importante della Russia
Tra gli obiettivi delle sanzioni occidentali, poi, pare esserci anche la banca più importante della Russia, lasciata fino adesso fuori dalle controversie. “Ci stacchiamo da Swift Sberbank, di gran lunga la prima banca russa, e altre due grandi banche russe”, ha infatti spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “In questo modo colpiamo banche che sono di importanza critica per il sistema finanziario russo e per la capacità di Vladimir Putin di portare distruzione. Ciò consoliderà il completo solamente del sistema finanziario russo dal sistema globale. Vietiamo quindi a tre grandi broadcaster controllati dallo Stato russo di trasmettere” nell’Unione europea, ha detto poi in conclusione. >> Tutte le notizie di UrbanPost