Sara Pedri ginecologa scomparsa in Trentino: ben settanta ostetriche dell’ospedale in cui lavorava chiedono di parlare. Dopo aver manifestato profondo malessere psicofisico alla famiglia, sviluppatosi nell’ambito lavorativo, la dottoressa 31enne lo scorso 4 marzo ha fatto perdere le sue tracce.
Prima di sparire si è licenziata. Lavorava nel reparto del Santa Chiara all’ospedale di Cles, dove era stata da poco trasferita. Un ambiente che da subito, secondo quanto riferito dai familiari, le causò diversi problemi fino a renderla irriconoscibile sia nel fisico che nell’anima. I familiari di Sara, infatti, hanno portato il caso all’attenzione di Chi l’ha visto? e parlato di “clima di terrore” all’interno del succitato reparto ospedaliero.
Sara Pedri ginecologa scomparsa: settanta ostetriche chiedono di parlare
Si apprende in queste ore che numerose ostetriche che in quel reparto hanno lavorato, chiedono di poter portare la propria testimonianza. Dopo la denuncia della famiglia di Sara Pedri, l’ospedale Santa Chiara di Trento è diventato oggetto di un’indagine interna.
Si vuole verificare il presunto malessere manifestato all’interno del reparto da parte di diversi dipendenti della struttura che poi avrebbero chiesto il trasferimento. Si ipotizza un clima pesante dovuto ad una gestione del lavoro dei dipendenti tale da indurli alla ‘fuga’.
Sara Pedri, infatti, confidandosi con la sorella aveva lamentato un forte disagio sul posto di lavoro. Trattamenti subiti al limite del mobbing. E in diverse occasioni aveva espresso il desiderio di cambiare struttura ospedaliera. (Continua a leggere dopo la foto)
Si è espressa al riguardo anche Roberta Venturella, insegnante che seguì Sara Pedri presso l’Università di Catanzaro, dove conseguì la specializzazione. La docente ha scritto una lettera al ministro della Salute Speranza affinché sia istituita una commissione esterna all’Azienda Sanitaria, nella ipotesi in cui emerga qualche ‘anomalia’, al fine di garantire una maggiore trasparenza.
Le settanta ostetriche trentine di cui sopra, si sono unite ai familiari della ragazza chiedendo verità su quanto accaduto alla dottoressa Sara Pedri. Vorrebbero essere sentite con colloqui individuali per parlare di Sara o di casi simili verificatisi in reparto.
La sorella di Sara Pedri: «Cade il muro di omertà»
Cade il presunto muro di omertà? Lo spera fortemente Emanuela Pedri, sorella di Sara. «Possiamo solo aspettare. Siamo in attesa della magistratura, degli esiti dell’inchiesta interna all’azienda sanitaria in cui lavorava Sara e dell’esito delle ricerche. Siamo in costante attesa». Queste le sue parole.
Scomparsa Sara Pedri: la scheda di Chi l’ha visto?
Sesso:F
Età:31 (al momento della scomparsa)
Statura:162
Occhi:castani
Capelli:rossi
Scomparso da:Cles (Trento)
Data della scomparsa:04/03/2021
Data pubblicazione:10/06/2021
Sara Pedri, 31 anni, lavora come ginecologa presso l’Ospedale di Trento. Il 4 marzo è uscita dalla sua abitazione di Cles utilizzando la sua auto, una Volkswagen TRoc, e da quel momento non ha più dato sue notizie. L’auto è stata rinvenuta in prossimità del Ponte di Mostizzolo, al confine tra i Comuni di Cles e di Cis. Le ricerche sono state condotte con l’ausilio di cani molecolari e tracce della donna sono state fiutate lungo l’imbocco della pista ciclabile che da un ponte conduce verso la Val di Sole fino ad arrivare in corrispondenza di un precipizio alla cui base scorre il torrente Noce, che confluisce nel lago di Santa Giustina. Potrebbe interessarti anche —> Sara Pedri ginecologa scomparsa, sentiti ex colleghi: in reparto «Il sistema era punitivo»