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Sara Pedri ginecologa scomparsa, schiaffi sulle mani e umiliazioni in reparto: nuove testimonianze

13/07/2021 08:50 - Aggiornamento 18/07/2021 16:30

Sara Pedri ginecologa scomparsa in Trentino, adesso altri medici del reparto in cui la 31enne lavorava denunciano: “In reparto vessazioni mortificanti”. Lo spettro del mobbing, quindi, con il passare dei giorni si fa più concreto, purtroppo.

SARA PEDRI SCOMPARSA SCHIAFFI SULLE MANI E VESSAZIONI TESTIMONIANZA SCHOCK

Sara Pedri ipotesi mobbing: trasferiti i dirigenti del reparto di Ginecologia

Intanto sono stati trasferiti il primario e la dirigente sospettati di continue vessazioni al personale medico. Al vaglio della magistratura numerose testimonianze, le analisi dei turni, la verifica di mail e documenti.

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L’Azienda sanitaria trentina avrebbe già evidenziato un concreto riscontro di “fatti oggettivi e una situazione di reparto nell’unità di ginecologia di Trento critica”. Si è quindi ritenuto necessario – in attesa di un riscontro in sede giudiziaria – il trasferimento del primario Saverio Tateo e della dirigente Liliana Mereu.

Situazione in reparto “molto critica”: emergono riscontri oggettivi

Nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Santa Chiara all’ospedale di Cles, dove Sara Pedri, originaria di Forlì, era stata da poco trasferita, è in atto un vero e proprio ‘terremoto’. Sono oltre 100 le audizioni tenutesi atte a far luce sulla condotta del primario e della dirigente di Ginecologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento di cui sopra.

Sara Pedri lo scorso 4 marzo è sparita nel nulla. Dopo aver manifestato ai familiari un preoccupante stato di prostrazione psicofisica maturato in ambito lavorativo e che andava avanti da settimane, si è licenziata ed ha fatto perdere le proprie tracce. (Continua a leggere dopo la foto)

La sua macchina è stata ritrovata su un ponte vicino a Cles, luogo tristemente noto per i casi di suicidio lì verificatisi. Dopo la denuncia della sorella, che si è rivolta a Chi l’ha visto?, l’attenzione mediatica sul caso è letteralmente esplosa. Già dai primi accertamenti svolti dal programma Rai, infatti, lo spettro del mobbing quale causa scatenante del malessere della giovane dottoressa si era fatto più che concreto. Terribilmente plausibile. Avviate le indagini, siffatta pista investigativa si è oltremodo corroborata.

Anche l’ospedale di Santa Chiara di Trento ha aperto un’inchiesta interna da cui nell’immediato sono emersi indizi di (presunte) continue vessazioni da parte del primario e della dirigente di Ginecologia. Da quanto emerge in queste ore, “Sei professionisti infatti ad aprile avevano denunciato Saverio Tateo e Liliana Meleuper per ‘le continue vessazioni mortificanti'” che avevano portato 62 dipendenti ad andarsene via negli ultimi sei anni”. (Fonte TgCom24)

Sara Pedri umiliata al lavoro: schiaffi sulle mani davanti ai pazienti

Secondo la famiglia di Sara Pedri, nel reparto urla continue e punizioni umilianti erano all’ordine del giorno. Si era creato un clima oppressivo tale da indurre i sanitari a chiedere il trasferimento. “Le diedero una settimana di congedo dal lavoro perché stava male. Aveva diritto a quindici giorni, ma aveva paura di perdere il posto. Dopo quei 7 giorni è stata demansionata. Si era convinta di essere responsabile di quanto accadeva”, ha denunciato la sorella di Sara. Tra i vari episodi l’avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia, ne cita uno davvero mortificante subito dalla giovane dottoressa. “Sara venne allontanata dalla sala operatoria e ricevette uno schiaffo sulle mani […] Rimane amarezza nel leggere di fatti oggettivi riscontrati. Servivano interventi a tempo debito”.

La testimonianza che inguaia i dirigenti del reparto: «A un’infermiera ho sentito dire: io ti rovino»

Riferisce il Corriere della Sera, che quel reparto era diventato un luogo insopportabile per chi vi lavorava. Lo avrebbe confermato ai pm e alla commissione interna una delle 110 testimoni ascoltate. Queste le sue parole: “Da anni si vive un clima di sofferenza legato ai metodi autoritari di Tateo e Mereu. Atteggiamenti che sono andati inasprendosi. Alcune persone sono state prese di mira, e ne è seguito anche un demansionamento”.

“La condotta basata su atteggiamenti spesso vessatori ha creato in me come in tanti altri una profonda sofferenza. Capitavano anche insulti e minacce. A un’infermiera ho sentito dire: io ti rovino”, ha aggiunto la testimone. “Sara ha avuto un impatto complesso con una realtà difficile, diversa da come se l’era immaginata e che non è stata accogliente. Né protettiva come dovrebbe essere nei confronti di un neo-specialista”.

Dinamiche drammatiche che Sara Pedri aveva annotato su alcuni appunti rinvenuti nel suo appartamento. Parole terribili che hanno trovato riscontri anche nelle denunce dei familiari che dalla prima ora hanno puntato il dito contro il primario e la dirigente sulla scorta dei racconti che Sara faceva loro.

Scomparsa Sara Pedri: la scheda di Chi l’ha visto?

Sesso:F
Età:31 (al momento della scomparsa)
Statura:162
Occhi:castani
Capelli:rossi
Scomparso da:Cles (Trento)
Data della scomparsa:04/03/2021
Data pubblicazione:10/06/2021

Sara Pedri, 31 anni, lavora come ginecologa presso l’Ospedale di Trento. Il 4 marzo è uscita dalla sua abitazione di Cles utilizzando la sua auto, una Volkswagen TRoc, e da quel momento non ha più dato sue notizie. L’auto è stata rinvenuta in prossimità del Ponte di Mostizzolo, al confine tra i Comuni di Cles e di Cis. Le ricerche sono state condotte con l’ausilio di cani molecolari e tracce della donna sono state fiutate lungo l’imbocco della pista ciclabile che da un ponte conduce verso la Val di Sole fino ad arrivare in corrispondenza di un precipizio alla cui base scorre il torrente Noce, che confluisce nel lago di Santa Giustina. Potrebbe interessarti anche —> Sara Pedri ginecologa scomparsa, sentiti ex colleghi: in reparto «Il sistema era punitivo»

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