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Sempre più nuovi casinò online: leggi, decreti e regolamenti regionali

04/06/2020 12:21

Il gioco d’azzardo è da sempre tanto amato quanto oggetto di discussione, sia da parte delle persone comuni, che dalle forze politiche. Queste sono sempre pronte infatti ad utilizzare la tematica come traino delle loro campagne elettorali, consapevoli di come questa faccia sempre molta presa sul popolo, nell’una o nell’altra direzione. Negli ultimi anni si è fatto molto per regolamentare seriamente il settore, sia a livello nazionale, che con lo sforzo delle Regioni. In questo articolo cercheremo di fornire un quadro chiaro della situazione.

Gioco d’azzardo e normativa italiana

Come anticipato, il gioco d’azzardo è sempre stato oggetto di molte polemiche, e la situazione negli ultimi anni è andata via via amplificandosi. A causa della diffusione di sempre più casinò online nuovi come quelli listati su questa pagina infatti, si è resa necessaria una regolamentazione precisa ed efficace del settore, volta a proteggere i consumatori e gli operatori stessi da concorrenti illegali. A livello nazionale una modifica della legislazione piuttosto corposa, è avvenuta con il Decreto Dignità. Varato nel 2019 infatti, ha apportato una serie di interventi utili, il primo dei quali è quello di aver affidato ad AAMS il compito di vigilare sulla legalità degli operatori.

Questo chiaramente ha portato ad una serie di benefici per i giocatori, tra cui la possibilità di identificare in maniera piuttosto semplice i casinò legali da quelli che invece non rispettano le normative. Sui portali che hanno ottenuto regolare licenza infatti, è posto direttamente in home page il marchio AAMS. In assenza della certificazione, meglio allontanarsi immediatamente dal sito, perché il rischio di inciampare in qualche truffa, è sempre dietro l’angolo. Gli interventi messi in atto da AAMS però, non si limitano ad aver apposto solamente un marchio sulle pagine dei portali dei casinò online, perché l’Ente ha messo mano anche alle percentuali di Payout, innalzando le probabilità che il giocatore possa vincere denaro reale.

Gioco d’azzardo: regolamenti regionali e comunali

In apertura abbiamo detto come gli interventi per regolamentare con fermezza il gioco d’azzardo, non siano avvenuti solamente per mano del Governo, ma anche delle Regioni. Le leggi varate infatti, contengono disposizioni finalizzate a prevenire quelle che sono le forme di dipendenza, a tutelare i minori, e contrastare le forme di usura che inevitabilmente gravitano attorno al mondo delle sale gioco tradizionali. Uno dei punti salienti di quanto messo in campo, riguarda la distanza che le sale in questione devono avere dagli ingressi principali di alcuni edifici siti in luoghi sensibili.

Un esempio tipico di tali edifici, è quello delle scuole. Queste distanze vengono calcolate sulla base dei percorsi pedonali più brevi. Entrando nel dettaglio dei regolamenti regionali, per quanto riguarda la Campania, tale distanza è di 250 metri, mentre in Emilia Romagna sono leggermente più elastici, avendola innalzata a 500 metri, esattamente come in Lombardia. Ad onor del vero, anche i Comuni hanno voce in capitolo nella regolamentazione delle sale sul territorio, potendo decidere ad esempio gli orari di apertura. Tutto questo ha però portato ad una sorta di Babele legislativa, creando non poca confusione sia tra i giocatori, che tra gli operatori stessi del settore.

Regolamentazione del gioco d’azzardo: in conclusione

Il settore del gioco d’azzardo è uno dei più difficili da regolamentare. Da una parte troviamo molti operatori che lavorano in maniera integerrima, nel pieno rispetto dei regolamenti, tra l’altro non sempre di facile interpretazione. Dall’altra troviamo il consumatore, che in qualche modo deve venire tutelato, non dal gioco in sé, quanto dall’abuso che alcuni soggetti più deboli sono portati a farne. Senza considerare che anche lo Stato si trova in una sorta di conflitto d’interessi, perché limitando il gioco diminuisce anche il suo gettito fiscale, e viceversa. Molto lavoro è stato fatto, ma tanto altro se ne dovrà ancora fare.