Sicilia Covid, dati manipolati per evitare la zona rossa. Tre persone sono finite in manette: l’assessore alla Salute è indagato. L’inchiesta è partita da un controllo di un laboratorio analisi in cui sono stati rinvenute centinaia di tamponi falsificati. I dati sarebbero stati alterati per scansare il rischio del lockdown nella regione e le relative chiusure delle attività.
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Sicilia, dati falsi sui contagi per evitare la zona rossa: tre arresti, indagato assessore alla Salute
I Carabinieri di Palermo e di Trapani hanno posto agli arresti domiciliari Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, e due suoi collaboratori, Salvatore Cusimano, funzionario regionale ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici. Le accuse per loro sono di falso materiale e ideologico. Indagato anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza. La Procura ha portato alla luce il suo parziale coinvolgimento nel sistema di falsificazione dei dati “sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave” nei suoi confronti.
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Alterati oltre 200 test risultati positivi
L’inchiesta, come dicevamo in apertura, è nata lo scorso anno quando gli investigatori, durante alcuni controlli, hanno scoperto che un laboratorio di Alcamo, in provincia di Trapani, aveva falsificato oltre 200 test, indicando esito negativo alla Regione. In realtà quei tamponi, come riporta TgCom24, erano risultati positivi. Si era scelto di non comunicare la verità per evitare la zona rossa. Diverse intercettazioni confermerebbero la modifica dei dati inviati all’Istituto Superiore di Sanità. Secondo il gip di Trapani Caterina Brignone, che ha trasmesso gli atti a Palermo, si tratta di «un disegno politico scellerato a cui sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che anzi pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite». Leggi anche l’articolo —> Covid, oggi 12.916 nuovi casi ma nuovo balzo in avanti dei decessi (417): il bollettino