«Io non li ho mai assolti gli ufficiali dei Carabinieri ma ho avuto sempre molti dubbi, dubbi che oggi sono stati confermati dalla giustizia con la sentenza di appello. E poi ho ritenuto scorretto pompare mediaticamente un processo da parte di chi è titolare, prima ancora che questo processo avesse concluso le fasi di giudizio, un comportamento scorretto che mio padre non avrebbe mai approvato». Così Fiammetta Borsellino, la figlia minore del giudice Paolo Borsellino, in un’intervista concessa all’Adnkronos, commentando la notizia della sentenza del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Il senatore Marcello Dell’Utri e gli ex agenti del Los Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno sono stati assolti dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo.
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Sentenza Stato-Mafia, Fiammetta Borsellino: «Seguite piste inesistenti», l’intervista subito dopo il processo
«Si è assistito a un lancio mediatico del processo trattativa fin dal suo inizio, quando veniva pubblicizzato con i libri. Quando non era concluso neppure il primo grado. Altro punto di critica enorme, insieme con gli altri», ha denunciato Fiammetta Borsellino. «Ripeto, purtroppo io i miei dubbi su questa operazione li avevo espressi fin dall’inizio. La grande amarezza è che queste energie investigative dedicate al processo trattativa potevano essere indirizzate verso delle piste che, secondo me, volutamente non si sono percorse. (…) Bisognava approfondire quel clima che mio padre viveva dentro la Procura di Palermo», ha aggiunto ancora la figlia del giudice ucciso in via D’Amelio.
«Si doveva approfondire il filone dei dubbi e del senso di tradimento che mio padre manifestò parlando a mia madre dei colleghi, il perché non si è voluto indagare sul Procuratore Giammanco. Secondo noi queste erano le piste su cui si doveva indagare, non altre…», ha chiarito.
I punti oscuri secondo la figlia del giudice ucciso
«Si doveva approfondire il filone dei dubbi e del senso di tradimento che mio padre manifestò parlando a mia madre dei colleghi, il perché non si è voluto indagare sul Procuratore Giammanco. Secondo noi queste erano le piste su cui si doveva indagare, non altre…», ha concluso. Leggi anche l’articolo —> Stato-Mafia, Marcello Dell’Utri: «Un film totalmente inventato. Sono stati dieci anni di fango»