Strage di Erba analisi reperti: fissata per il 3 febbraio prossimo l’udienza in Corte d’Assise di Como, in cui si deciderà se procedere con l’analisi di oggetti non esaminati ovvero reperti conservati all’ufficio corpi di reato tra cui formazioni pilifere e un accendino, sui cui furono isolati profili genetici mai identificati in quanto non appartenenti alle vittime né ai condannati. Trattasi dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per l’eccidio consumatosi nella corte di Via Diaz l’11 dicembre 2006 in cui furono trucidati a sprangate e sgozzati Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di due anni, sua madre Paola Galli e la signora che abitava al piano superiore, Valeria Cherubini.
Strage di Erba: analisi nuovi reperti, fissata nuova udienza per il 3 febbraio 2020
L’istanza, già rigettata dalla stessa Corte lo scorso aprile e impugnata davanti alla Cassazione, che l’ha riqualificata da ricorso a reclamo, è stata rinviata a Como, in quanto tribunale competente per l’esame della richiesta. Si tratta di campioni biologici dai quali, secondo i difensori di Rosa e Olindo, che da anni ormai ne chiedono l’analisi, potrebbero emergere clamorose informazioni sulla presenza di altri soggetti nella scena del crimine.
Rosa Bazzi disperata: morto il suo nuovo amore, con Olindo è finita
Intanto si torna a parlare di Rosa Bazzi: come riferito dal settimanale Giallo, infatti, la 56enne sarebbe afflitta da una forte depressione a causa della morte di un ergastolano di cui si era invaghita. Viene dunque riconfermata la indiscrezione di alcuni mesi fa secondo la quale la donna si era allontanata dal marito Olindo, al quale durante la fase processuale si era sempre mostrata profondamente legata tanto da indurre il pm titolare delle indagini a definire la coppia “un quadrupede”. Rosa Bazzi avrebbe avuto un altro amore in carcere, a Bollate, quello per Marco Alberti. Ergastolano 60enne detenuto dal 2011 che il 16 dicembre scorso, fuori dal carcere perché beneficiario di un periodo di semilibertà, è stato travolto e ucciso da un auto mentre percorreva a piedi la statale 494 a Corsico, in provincia di Milano. La vittima, condannata al carcere a vita per un omicidio e relativo occultamento di cadavere, godeva di un regime di semilibertà dal 2019 per buona condotta dopo essere diventato collaboratore di giustizia. Appreso del suo decesso, Rosa Bazzi sarebbe sprofondata in depressione.