A più di un anno dal suicidio, la morte di Teodosio Losito è tornata agli onori della cronaca a causa delle pesanti dichiarazioni di cui si sono resi protagonisti Adua Del Vesco e Massimiliano Morra all’interno del GF Vip. Il suicidio del produttore televisivo, avvenuto l’8 gennaio 2019, è stato portato alla luce – nelle scorse settimane – come un caso di istigazione al suicidio. “È questo che non posso perdonare, – le parole di Alberto Tarallo, compagno della vittima, giungono in seguito all’accusa dei due concorrenti – il resto è folklore”, dice il produttore che da più di vent’anni condivideva la vita con Losito. “Non posso tollerarlo questo, io che non vado mai in televisione sono venuto qui per questo”: è a Non è l’Arena di Massimo Giletti che Tarallo rende pubblica la lettera d’addio di Teodosio.
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Teodosio Losito morte, istigazione al suicidio l’accusa choc al GF Vip: le parole di Alberto Tarallo
“Questa è la lettera di addio di Teo. Spiega molte cose”, afferma Tarallo che non addita solo la Del Vesco e Morra. “Non sono solo loro gli ideatori di tutto questo, ma chiedo anche a quelle persone che come delle belve fiutano la pista e spingono l’acceleratore su questa cosa, parlando di sette, di messe nere: ma non si rendono conto che dietro c’è una persona che tutte le mattine deve trovare un motivo per alzarsi e che è dentro ad una sofferenza così lacerante? Non gliene frega proprio niente? Per avere un punto di share in più assassinerebbero chiunque e questo mi fa schifo, questo sistema mi fa veramente ribrezzo e anche le persone che lo operano mi fanno un po’ senso”.
La lettera d’addio ad Alberto Tarallo
Dunque, la lettura della lettera: “Alberto, non sai quanto sono dispiaciuto per te, per questo epilogo che ti farà soffrire. Non avere rimpianti e rimorsi in futuro, questa è una mia scelta e tu non hai colpe. È un pensiero che da mesi non mi ha mai abbandonato, si è ripresentato e l’ho annullato, ma oggi sta vincendo lui. Sono io che ho rimorsi e rimpianti, ma non posso tornare indietro e non riesco ad andare avanti. È un anno che combattiamo contro i mulini a vento e mi sono spesso appoggiato alla tua forza. Io ho vissuto come se avessi avuto l’anestesia che scorreva nelle vene.
I miei errori di scelte sbagliate, quelle nei tuoi confronti, hanno creato un carico di insicurezza per come agire. Ho sbagliato soprattutto con te, i dubbi che ho potuto avere negli anni scorsi li ho cancellati proprio nel momento più difficile, complicato, e questo mi fa sentire ancora più una me**a verso di te. Mi, ci hanno preso per il c**o, hanno usato una cattiveria più estrema per farmi e farci del male e ancora non riesco a capirne il motivo. Come da prassi si è creato il vuoto intorno a me, a noi. Il carro non è più quello dei vincenti. A chi abbiamo dato tutto di noi stessi ci ha sputato in faccia e oggi giudica e siamo dei rami secchi. Che pena. Sono stanco di vivere nello squallore degli altri e sentirmi fuori luogo in imbarazzo con te o per me stesso. È una vergogna insopportabile a volte ingestibile.
I miei sensi di colpa verso di te sono così dolorosi che mi spezzano il cuore, da solo avrei sopportato meglio di più. Vedere te che amo e ora immensamente più di prima, che sei coinvolto in questo mio fallimento tuo malgrado, mi dilania la mente e il corpo. Perdonami se potrai, perché credo che dove andrò col tuo perdono potrò trovare forse un po’ di serenità. Ti amo. Teo”. >> Maria De Filippi, Ares Gate: «Setta con a capo Lucifero? Sembra ci sia sotto chissà cosa, ma…»