Terence Hill si riprende il giovedì di Raiuno. Questa sera 13 agosto 2020, alle 21.25, l’attore sarà protagonista de “L’uomo che sognava con le aquile”, un film tv del 2006 per la regia di Vittorio Sindoni, che racconta la storia vera di un contadino del nord Europa trapiantato in Calabria. Una bella notizia per i telespettatori, benché si tratti di una replica: Mario Girotti, in arte Terence Hill, che siamo abituati a vedere in sella al suo cavallo o alla sua bicicletta, è uno degli attori maggiormente stimati. I suoi occhi azzurri i più belli del cinema italiano. Una vita difficile però quella dell’81enne: l’infanzia a Desda distrutta dai bombardamenti, la morte dell’amato figlio Ross, la dolorosa e lunga depressione.
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Terence Hill malattia dopo la morte del figlio Ross: «Sembrava il paradiso, invece…»
Nato a Venezia il 29 marzo 1939, da padre italiano di Amelia, e madre tedesca di Dresda, nel 1943 Terence Hill si è trasferito con la famiglia in Germania, a Lommatzsch (in Sassonia), cittadina natia dei nonni materni, per via del lavoro del padre, chimico impiegato presso la Schering. In quella cittadina, Terence Hill, secondogenito di tre figli, ha trascorso la prima infanzia assieme ai nonni, e ha assistito impotente ai bombardamenti che tra il 13 e il 15 febbraio hanno distrutto Desda e dintorni. «Con mia madre ci siamo nascosti in cantina e da lì potevamo vedere che il cielo sopra Dresda era totalmente rosso. Mio padre lavorava come chimico in una fabbrica e da una settimana non ne avevamo notizie. Avevamo paura, finché un giorno un fratello di mia madre prese la bicicletta per cercarlo. Lo trovò in un bosco dove si era nascosto», ha raccontato l’attore.
Il successo con “Il Gattopardo” di Visconti e la popolarità in coppia con Bud Spencer
Nel ’45 la famiglia Girotti è tornata in Italia. Nel nostro paese Terence Hill viene notato dal regista Dino Risi durante una gara di nuoto. Ad undici anni l’attore è scritturato per una piccola parte nel film ‘Vacanze col gangster’ (1951). Il successo nel 1957 prima con ‘Lazzarella’, poi nel 1959 con ‘Cerasella’. Non è che l’inizio della sfolgorante carriera: nel 1963 Luchino Visconti l’ha voluto nel film ‘Il Gattopardo’. La popolarità però in coppia con un altro italiano, Carlo Pedersoli, che aveva preso anche lui un nome d’arte straniero: Bud Spencer. Memorabili i western ‘Lo chiamavano Trinita’ (1970) e il sequel ‘Continuavano a chiamarlo Trinita’ (1971). E ancora pellicole memorabili come ‘Porgi l’altra guancia’ (1974), ‘Chi trova un amico trova un tesoro’ (1981), ‘Nati con la camicia’ (1983), ‘Non c’è due senza quattro’ (1984).
Terence Hill la profonda depressione dopo la scomparsa del figlio nel 1990: la rinascita con “Don Matteo”
Terence Hill, nel 1967, mentre stava girando ‘Dio perdona… io no’, ha conosciuto una ragazza americana, sua futura moglie, Lori Zwicklbauer. Da lei ha avuto due figli: Jess Hill nel 1969 e, tramite adozione, Ross Hill, nato nel 1973 e deceduto nel 1990, a seguito di un incidente stradale in Massachusetts. Quel drammatico evento ha portato Mario Girotti ad una brutta depressione: con il figlio aveva girato “Renegade – Un osso troppo duro” e stava preparando il personaggio di Billy the Kid per la serie tv “Lucky Luke”. Lo stop dell’attore è durato dieci anni fino alla fiction “Don Matteo”, che gli ha regalato una nuova primavera professionale.
Proprio alla presentazione della serie incentrata sulle vicende del sacerdote detective, l’attore ha parlato per la prima volta della scomparsa del figlio e del motivo per cui ha lasciato l’Italia: «Quando un potente produttore mi ha chiamato per il ruolo di uno stupratore minacciando di distruggere la mia carriera in caso di rifiuto, ho capito che era ora di partire, di continuare a fare l’attore ma per la mia strada. Presì moglie e figli, caricai la station wagon e mi ritrovai in Massachusetts. Era la stupenda estate indiana di Stockbridge, sembrava il paradiso. Solo più tardi ho scoperto che d’inverno si gela e la vita è meno idilliaca di come era apparsa la prima volta». Leggi anche l’articolo —> Terence Hill, morte Bud Spencer: l’impressionante dettaglio “soprannaturale”