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Travaglio senza freni su Draghi: «O lo mandano al Quirinale o il nonno va ai giardinetti»

23/12/2021 12:50 - Aggiornamento 23/12/2021 13:04

“Il nonno si è candidato”. Ospite di Lilli Gruber a «Otto e mezzo», su La7, Marco Travaglio ha confermato quella che era l’impressione della padrona di casa: l’ex numero uno della Bce, dopo Palazzo Chigi, punta al Quirinale. “L’ho trovato pimpante, sicuro di sé, con quell’arietta da Maria Antonietta per cui qualsiasi cosa gli succede intorno non lo tange. Forse troppo sorridente e spensierato rispetto alla catastrofica situazione sanitaria che stiamo vivendo e che vivremo nelle prossime settimane”, ha dichiarato il direttore de «Il Fatto Quotidiano».

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Travaglio senza freni su Draghi: «O lo mandano al Quirinale o il nonno va ai giardinetti»

“Almeno ha fatto un’operazione di chiarezza. Perché erano settimane che tutti guardavano per vedere se c’era una strizzatina d’occhio o un movimento ondulatorio del gomito per farci capire che cosa voleva fare questa Sfinge”. Che non abbia simpatia per Mario Draghi non è un segreto per nessuno e quel che pensa Travaglio l’ha espresso nel salotto di Lilli Gruber, ma anche nel suo ultimo editoriale dal titolo eloquente «Coitus Interruptus». Un pezzo che arriva come una staffilata a “cheerleader e groupies, volgarmente dette ‘giornalisti’ e ‘politici’ che da febbraio rompono timpani e scatole con “Super Mario Draghi fino al 2023”. Secondo il direttore de «Il Fatto Quotidiano» sono le parole usate dal premier in conferenza stampa a confermarne la candidatura al Colle: “Ha parlato con i verbi al passato del suo governo, considerandolo praticamente finito, e disposto anche a raccontare qualche bugia bianca o nera. Penso alla riforma dell’Irpef che avvantaggerebbe i meno abbienti…”. 

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“L’ho trovato pimpante, sicuro di sé, con quell’arietta da Maria Antonietta”, l’affondo del direttore de «Il Fatto Quotidiano»

“Oggi lo abbiamo capito che cosa vuole fare. Adesso deve prendere i due terzi dei voti dei grandi elettori che sono più di mille alla prima chiama, oppure 510 voti circa alla quarta. Il problema è che, se si candida al Quirinale con questa perentorietà, è chiaro che ci deve provare alla prima chiama. E quindi deve prendere molti voti. E lui li può prendere quei voti, perché da oggi è sicuramente il super favorito. Però per prenderli deve convincere centinaia di peones che la legislatura non finisce con il suo governo”, ha sottolineato il giornalista. Incalzato dalla conduttrice Travaglio ha poi aggiunto: “Lui ha detto che lo auspica. Ma quelli vogliono carta che canta. Vogliono la certezza. Mica lo votano al buio. Quelli, pur di non votarlo al buio per ritrovarsi alle elezioni il giorno dopo, non lo votano. E a quel punto lui è inservibile come premier perché, se ho capito bene la battuta del nonno, il nonno ci ha detto oggi che la sua esperienza da premier è finita. Per cui, o lo mandano al Quirinale o il nonno va ai giardinetti. Non è Cincinnato che torna all’orto. Ci torna solo se non lo eleggono presidente della Repubblica”. Infine: “Lui ha detto di essere un nonno al servizio delle istituzione, ma io ho l’impressione che le istituzioni siano al servizio del nonno”, ha concluso con sarcasmo Travaglio, che ha trovato il supporto di Massimo Giannini, direttore della Stampa. Leggi anche l’articolo —> Da “Super Mario” a “nonno”, Draghi si lancia nella corsa al Colle ma i partiti frenano: allarme peones

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