Ultimi sondaggi elettorali, la rilevazione pubblicata ieri da Bidimedia disegna due diversi scenari in caso di voto anticipato, uno più favorevole all’attuale opposizione l’altro più positivo per l’alleanza giallorossa, soprattutto per il premier Giuseppe Conte. E se il dato più significativo che emerge dal citato primo sondaggio è la crescita del Pd, nel secondo spicca il 10,7% di consensi potenziali assegnato ad un’ipotetica “lista Conte”, guidata personalmente dall’attuale presidente del Consiglio.
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Ultimi sondaggi elettorali, Bidimedia: le percentuali dei partiti
Queste le percentuali dei partiti rilevate dall’ultimo sondaggio Bidimedia. La Lega se si votasse oggi otterrebbe il 26,6%, in calo dello 0,6% rispetto alla rilevazione del 13 giugno scorso. Subito dietro il Pd al 21,4%, in crescita dello 0,6%. Al terzo posto il M5S al 15% (-0,3%). Conferma il trend in crescita Fratelli d’Italia al 14,1%, che sale di un ulteriore 0,7% rispetto al precedente sondaggio. Forza Italia risulta oggi al 5,9%, in calo dello 0,2%. Stabile Italia Viva di Renzi al 3,5%, scende Leu al 2,6% (-0,2%), mentre Azione di Calenda fa registrare un lieve incremento dello 0,1% raggiungendo il 2,6%.
Lo scenario con un’ipotetica “lista Conte”
Il secondo sondaggio realizzato da Bidimedia prende in esame l’ipotesi di una “lista Conte” alle prossime elezioni politiche. In questo scenario, la Lega scenderebbe al 26%, FdI al 13,9%, in entrambi i casi perdendo pochi decimali di punto. Ben più importante il calo del Pd e soprattutto del M5S: i Dem lascerebbero a Conte poco più di tre punti percentuali, mentre il M5S cederebbe ben cinque punti finendo ridotto al 10% e sopravanzato di poco proprio dalla lista del premier Conte. Variazioni minime per gli altri partiti, con le piccole formazioni di centrosinistra che calerebbero tutte di 1-2 decimali di punto. Nel complesso la lista Conte darebbe un apporto positivo alla compagine giallorossa, che crescerebbe di due punti circa rispetto allo scenario-base: 44,4% contro il 42,5 di oggi per l’area di governo.
Il sondaggio che vede il Pd a cinque punti di distanza dalla Lega scatena la polemica fra i Dem, ulteriormente accesa da un ex di peso come Carlo Calenda. Ad aprire il dibattito è stato il vicesegretario Andrea Orland su Twitter. Il numero due Dem ha ricordato che se non ci fossero state tre scissioni, il Partito democratico sarebbe oggi al pari alla Lega. Gli ha risposto dapprima il deputato dem Matteo Orfini, lamentandosi per l’atteggiamento del governo in merito alla Ocean Viking, bloccata da 10 giorni in mare con 180 migranti a bordo. E’ arrivata poi una battuta del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, autore del tentativo, poi sedato, di “detronizzare” il segretario Nicola Zingaretti. Infine, è intervenuto Carlo Calenda, uscito dal Pd, che ha accusato il suo ex partito di aver causato le scissioni con l’alleanza con i 5s. >> Tutti i sondaggi elettorali