Il commissario per l’emergenza Covid Figliuolo ha emesso lunedì 15 marzo un’ordinanza che prevede la somministrazione di vaccini residui a chi è disponibile. Nonostante non basti presentare un’autocandidatura spontanea (si seguono comunque i criteri delle categorie anche per le riserve), in questi giorni sono molti coloro che si interessano a come potersi iscrivere alle liste di riserva, talvolta creando disagi presso i centri vaccinali.
L’ordinanza emessa da Figliuolo
“Voglio approfondire la questione delle dosi buttate – ha detto domenica scorsa Figliuolo in un intervento a ‘Che tempo che fa’, su Rai 3 – . Bisogna utilizzare il buonsenso: se ci sono le classi prioritarie che possono utilizzarlo bene, altrimenti si va su classi vicine o sennò su chiunque passa va vaccinato; questo bisogna fare”. Nel giro di 48 ore ha il generale ha firmato un’ordinanza della Presidenza del Consiglio in base alla quale – recita il documento – “le dosi di vaccino anti-Covid eventualmente residue a fine giornata, qualora non conservabili, siano eccezionalmente somministrate per ottimizzare l’impiego evitando sprechi, in favore di soggetti comunque disponibili al momento, secondo l’ordine di priorità individuato dal Piano nazionale e le successive Raccomandazioni“.
Liste informali a Bologna
Alcune regioni si sono già mosse, ma anche questa volta in modo disomogeneo e, per ora, confusionario. A Bologna, riporta Repubblica, in media 10-15 persone al giorno si presentano al centro vaccinale di Palazzo dei Congressi per essere messi in lista, se avanza qualche dose. Lasciano nome, cognome, professione, età, numero telefono su una lista informale, un foglio bianco sul banco accettazione. Tutto in attesa di capire i criteri, dopo il messaggio in tv del commissario all’emergenza che aveva detto “basta buttare le fiale, vaccinare chi passa”. “Se ci sono le classi prioritarie che possono utilizzarle bene, sennò si va su classi vicine e sennò chiunque passa va vaccinato”, aveva detto forse iperbolicamente Francesco Figliuolo, intendendo dire che evitare lo spreco è di importanza vitale. Infatti, sembra difficile che davvero gli operatori sanitari arriveranno a vaccinare “il primo che passa”.