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Vaiolo delle scimmie, Burioni spiega perché è una minaccia limitata

23/05/2022 12:39 - Aggiornamento 23/05/2022 12:44

Sono 92 i casi confermati e 28 quelli sospetti di vaiolo delle scimmie segnalati all’OMS da 12 Stati membri dove la malattia non è endemica. I Paesi sono Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. In un lungo commento uscito su «Repubblica» l’esperto Roberto Burioni spiega perché il vaiolo delle scimmie è una minaccia limitata. «Prima di tutto bisogna precisare che siamo in una situazione completamente differente da Covid 19, causato da un virus completamente nuovo di cui non sapevamo nulla. Questo è un virus “vecchio”: lo conosciamo dal 1958 e il primo caso nell’uomo è stato descritto in Congo, nel 1970; l’osservazione di questi anni ha portato a concludere, in parole povere, che questo virus è un “cugino” del virus del vaiolo, però molto più mansueto», ha esordito il virologo, che ha poi elencato i vari sintomi. Provoca qualcosa di simile ad una varicella piuttosto grave, ma con una mortalità estremamente più bassa rispetto al vaiolo.

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Vaiolo delle scimmie, Burioni spiega perché è una minaccia limitata

«Un elemento indispensabile per comprendere la diffusione del vaiolo delle scimmie è il fatto che chi è stato vaccinato con il vaccino contro il vaiolo “vero” è protetto anche contro quello delle scimmie. Siccome negli ultimi 40 anni si è sostanzialmente smesso di vaccinare contro il vaiolo (scomparso nel 1977), una buona fetta della popolazione mondiale è ora suscettibile all’infezione da parte del vaiolo delle scimmie, che è riuscito con un certo successo a “sbarcare” nella nostra specie. Questo aumento di individui infettabili (perché non vaccinati contro il vaiolo) è il motivo alla base della crescita costante dei casi che si è registrata nei continente africano negli ultimi decenni, con un focolaio epidemico nel 2017 in Nigeria che ha contato oltre 700 casi», ha spiegato Burioni. Come mai stiamo riscontrando tanti casi negli ultimi giorni? «Questo virus, per come lo conosciamo da decenni di convivenza relativamente pacifica, non si trasmette facilmente, ma solo con contatti ravvicinati. Il virus potrebbe essere però mutato, diventando più contagioso e questo potrebbe avere causato l’aumento dei casi. Questa ipotesi, la più sfavorevole, non è però probabile. Il virus del vaiolo delle scimmie appartiene a una famiglia di virus che mutano molto raramente e dati preliminari non confermano questa eventualità. Una seconda ipotesi tiene in considerazione il fatto che in gran parte dei casi osservati recentemente la presentazione clinica ha suggerito una trasmissione sessuale: le tipiche lesioni cutanee erano spesso concentrate nell’area genitale», ha chiarito l’esperto.

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Contagio, casi e letalità: le ipotesi dell’esperto

C’è un altro aspetto da tenere bene a mente: «La maggior parte dei casi si è verificato in pazienti giovani e appartenenti a gruppi sessualmente molto attivi. Una possibile spiegazione di quanto recentemente osservato potrebbe essere questa: il virus è arrivato casualmente in una comunità di soggetti giovani (non vaccinati contro il vaiolo, dunque suscettibili) e con dei comportamenti promiscui che hanno facilitato la trasmissione: questa sfortunata coincidenza potrebbe essere la causa dell’aumento del numero dei casi anche in assenza di un aumento della contagiosità». Ma anche questa, come chiarisce Burioni, non è che un’ipotesi. Risolutive saranno le prossime settimane: «Al momento però possiamo vedere i lati tranquillizzanti della situazione. Abbiamo già disponibile un vaccino efficace e in grado di bloccare il contagio, una parte della popolazione è già immune (è stata vaccinata contro il vaiolo prima del 1980) e se la malattia dovesse trasmettersi – come sembra – prevalentemente con contatti sessuali e ravvicinati sarebbe facile ostacolare il contagio. Infine, un dettaglio favorevole: del virus del vaiolo delle scimmie circolano due ceppi, uno più patogeno e uno meno patogeno. I dati preliminari ci fanno supporre che quello responsabile dei casi europei sia il ceppo più “buono”, su questo aspetto siamo stati fortunati», le rassicurazioni dell’esperto su «Repubblica». Leggi anche l’articolo —> Vaiolo delle scimmie: Antonella Viola chiarisce i sintomi, l’origine e la letalità del virus

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