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Variante inglese Covid, Crisanti: «Italia rischia 40.000 casi al giorno»

26/02/2021 12:52 - Aggiornamento 26/02/2021 13:04

«Nel giro di una settimana rischiamo 30.000 o 40.000 contagi» al giorno «con la diffusione della variante inglese del Covid». Questa la profezia di Andrea Crisanti, il microbiologo dell’Università di Padova, invitato a commentare la brusca impennata di contagi nel nostro paese. A “Piazzapulita”, il programma di Corrado Formigli su LA7, giovedì 25 febbraio, il professore ha bocciato la strategia delle zone a colori e si è detto preoccupato per le varianti Covid fuori controllo. Nel suo intervento l’esperto ha posto a confronto la realtà nostrana con quella del Regno Unito, non risparmiando toni allarmistici. Nel nostro paese ci sono già delle “micro” zone rosse.

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Crisanti

Variante inglese Covid, Crisanti: «Italia rischia 40.000 casi al giorno»

«I dati ci raccontano l’attività della variante inglese, che ha una diffusibilità non paragonabile a quella del ceppo originario. Ancora sento parlare di aperture, sono proposte assolutamente non realistiche. Quando abbiamo misure restrittive, come zona rossa o zona arancione, i contagi calano e riparte il dibattito su come riaprire», ha detto lapidario Andrea Crisanti a “Piazzapulita”. Per l’esperto è necessario prendere decisioni immediate e anche impopolari per evitare di arrivare ad una catastrofe. Lo stesso disastro che ha colpito la Gran Bretagna: «L’Inghilterra da 8 settimane è in una sorta di zona rossa rafforzata: quasi tutti i negozi chiusi, bar e pub chiusi e solo attività di asporto. Noi siamo passati da 10.000 a 20.000 casi in 5 giorni. In Inghilterra hanno impiegato 3-4 settimane per passare da 10.000 a 70.000, è una cosa seria», ha detto Crisanti. Ma l’Inghilterra è una cosa, l’Italia è un’altra. Ci sono delle Regioni in cui il Covid sta colpendo meno, aree del nostro paese nelle quali l’indice Rt è sotto l’1.

Crisanti

«Le zone gialle non funzionano»

«Le zone gialle non funzionano, non è che i ristoranti non sono sicuri, è il nostro comportamento a non essere sicuro, se a un ristorante si mettessero limitazioni sui nuclei familiari che ci possono andare al limite si potrebbero anche tenere aperti mezza giornata. È pericoloso quello che facciamo e in questo modo diamo la possibilità al virus di trasmettersi. Una possibilità potrebbe essere quella di regolare l’accesso ai ristoranti piuttosto che chiuderli. Però bisogna prendere dei provvedimenti e poi le regole che imponi devi farle rispettare», ha tuonato il virologo. Crisanti infine ha aperto alla possibilità di fare le prime dosi a tappeto rinviando la seconda: «I risultati hanno dato ragione al Regno Unito, ma attenzione: è stato un esperimento sulla popolazione, si sono presi una responsabilità importante. Questa volta è andata bene, ne siamo contenti, facciamolo anche noi, ma non può essere un precedente per qualasiasi cosa, altrimenti i protocolli e la autorità regolatorie non valgono più niente». Leggi anche l’articolo —> Covid Lazio, medici di base si rifiutano di vaccinare, D’Amato: «Revocheremo la licenza»