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Vittorio Feltri, il film in uscita che racconta tutti i segreti del direttore di ‘Libero’

12/07/2020 10:11 - Aggiornamento 12/07/2020 10:17

Vittorio Feltri non si accontenta più soltanto dei libri, dei giornali, della tv. Il 18 luglio il quotidiano Libero, fondato dal bergamasco, compie vent’ anni. Con l’occasione sarà presentato il film Io, Vittorio Feltri”, che sarà disponibile in streaming in omaggio solo per gli abbonati all’edizione cartacea e digitale del quotidiano nel periodo dal 17 al 31 luglio. Per tutti gli altri, invece, la pellicola, diretta da Tiziano Sossi, prodotta e distribuita dalla Dna di Giovanni De Santis, sarà disponibile sul sito e-cinema.it al costo di 5.99. Un progetto che ripercorre la vita professionale e privata del giornalista più popolare in Italia, che ha fatto del “politicamente scorretto” la sua bandiera.

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Vittorio Feltri film

Vittorio Feltri, il film in uscita che racconta tutti i segreti del direttore di ‘Libero’

In Io, Vittorio Feltri” tante guest star: da Francesco Alberoni: sociologo scrittore, che a proposito di Feltri ha detto «È il giornalista più coraggioso e il più sincero. Ha un suo punto di vista che vuole comunicarti, con uno stratagemma apparentemente paradossale, ma te lo dice con grande chiarezza. È un amico che ti parla»;Paolo Del Debbio, docente universitario e conduttore di ‘Dritto e Rovescio’: «Feltri o del piacere della lettura. Scrive in un modo originale, suo, bello, lineare, che va al nocciolo della questione». E ancora Angelo Stella, accademico delle Crusca che parlando di Feltri ha dichiarato: «È il giornalista che sa parlare alle masse, con cui vado meno d’accordo ma che leggo più volentieri». Pietro Senaldi, direttore responsabile di Libero: «Ho voluto fortissimamente lavorare con Feltri, perché ritenevo che lavorare con lui fosse un investimento per la mia professione». Alessandro Sallusti, direttore del “Giornale”: «Feltri ha inventato un genere. Ma nessuno può aspirare ad essere il suo erede. Il feltrismo rimarrà cosa sua». Rachid Benhadi, regista algerino, che da anni vive in Italia: «Un proverbio arabo dice: voi fermatevi all’apparenza, io scendo dopo, alla sostanza, che è il lato umano, profondo di Vittorio Feltri». Gabriele Albertini, già sindaco di Milano: «Se Montanelli è il principe dei giornalisti, Feltri è il duca».

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«Una costante non banale: assume una direzione e le vendite si moltiplicano»

Come scrive Pino Farinotti, autore del film tra l’altro, su ‘Libero Quotidiano’: «In sintesi estrema: Feltri è stato un nomade delle direzioni, con corsi e ricorsi, ritorni e ri-ritorni. Con una costante non banale: assume una direzione e le vendite si moltiplicano, lascia le direzione e le vendite cadono. Un dato che si è verificato in tutti i giornali da lui diretti: da Bergamo oggi, a seguire con L’Europeo, L’Indipendente, Il Giornale, Il Borghese e Libero. Traiettoria che il film racconta nei dettagli». Ma non solo, la pellicola entra anche nella sfera privata, raccontando la famiglia del direttore bergamasco. Una vita complicata: il papà morto a quarantasei anni quando Feltri ne aveva solo sei, la mamma che ha dovuto subito lavorare duramente, il rapporto speciale con la zia, la scomparsa prematura della prima moglie dopo aver dato alla luce due gemelle. E ancora il rapporto con la seconda moglie, Enoe, madre di altri due figli, e l’amicizia profonda con Oriana Fallaci. 

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Vittorio Feltri film in uscita, cosa vedremo?

E su ‘Libero’ Pino Farinotti svela anche l’ultima scena del film che vede Feltri camminare in Galleria. Un passeggiata accompagnata da una voice-over: «Vittorio Feltri non è lontano dai suoi primi ottant’ anni. Ha molto operato in questa prima parte della sua vita. Si è fatto notare. Non c’è dubbio che, uomo di ieri e di oggi, sarà anche uomo di domani. Quando gli è stato chiesto di dire il suo epitaffio ha risposto “finalmente”. Ma mentiva. Ha troppo vissuto e si è troppo speso per pensare di astenersi dalla vita. È affezionato al suo ruolo “contro”, abrasivo, non mollerà. E poi cosa farebbe senza i suoi lettori che si fidano di lui, della sua chiarezza e della sua onestà. E che sono, come Feltri dichiara, i suoi padroni. Ed è corretto che questa storia finisca con l’attore, e l’uomo, nel suo scenario naturale, in mezzo alla gente». leggi anche l’articolo —> Vittorio Feltri lascia l’Ordine dei giornalisti: «Mi sono rotto, mi massacrano. Non ce la faccio più!»