Su ‘Libero Quotidiano’ l’intervista di Andrea Valle, rilanciata da ‘Dagospia’, a Vittorio Sgarbi, che la scorsa settimana è stato espulso a Montecitorio dalla vicepresidente Mara Carfagna per intemperanze, dopo che il deputato si era scaldato sul tema giustizia e magistratura. Il critico d’arte, portato via di peso, per gli insulti rivolti a due deputate non ha alcuna intenzione di chiedere scusa: «Di cosa? Prendo atto, piuttosto, di essere diventato un’opera d’arte. Per chi si occupa d’arte, in tutta la vita la cosa più agognata è la censura. La censura fa esistere ciò che altrimenti sfuggirebbe. Non è una presunzione. I performer, quelli che fanno le opere d’arte con il corpo, fanno diventare arte quello che fanno».
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Vittorio Sgarbi: «Quel che hanno fatto alla statua di Montanelli dovrebbero farlo a Benigni»
Vittorio Sgarbi ha definito «ridicola» l’onorevole Giusi Bartolozzi, «fascista» Mara Carfagna e non pensa affatto di avere esagerato: «Prima di tutto le registrazioni audiovisive non confermano le sue dichiarazioni e la bozza del resoconto stenografico registra, all’indirizzo di nessuno, un “vaffan*ulo”, omaggio istituzionale a Grillo; e un “tro*a” da interpretarsi evidentemente come “troian” che, trattandosi di intercettazioni, era il tema della discussione.È incredibile, poi, che parlino di buona educazione, di “parolacce e insulti volgari” e invochino la loro condizione femminile, e non quella di persone, per di più “deputata”, due donne che hanno usato il loro corpo in fotografie e calendari e oggi fanno la morale, parlano di buona educazione». E ancora: «Una esponente minore del M5S, partito che è fondato sul “vaffa**lo” e sugli insulti programmatici (“psiconano” a Berlusconi ,”cancronesi” a Umberto Veronesi) di Grillo, mi ha dato del maleducato, dicendo che non dovrei stare in Parlamento. Proprio lei che, dopo lo scandalo dei filmati hard (girati con il suo compagno), è stata allontanata dalla presidenza della Commissione giustizia della Camera dei deputati, tale Giulia Sarti. E poi c’è la Carfagna che è, documentatamente, la causa del declino di Berlusconi e della rivolta della moglie Veronica Lario che, per causa sua, chiese la separazione e ne denunciò la concezione “maschilista” (guarda un po’) in due lettere su Repubblica», ha insistito il critico d’arte.
«Mara Carfagna? È lei all’origine delle indagine persecutorie su Berlusconi»
Dichiarazioni forti, gravi, non provate quelle di Vittorio Sgarbi nell’intervista: «Le prove ci sono. Mi assumo la responsabilità di quello che dico. La Carfagna è la promotrice della legge sulla prostituzione minorile che portò alla condanna di Berlusconi, consegnandolo ai giudici per lo stesso reato per cui fu assolto Pasolini. È lei alla origine delle indagini persecutorie su Berlusconi. E poi è indubbio che la crisi tra Silvio e Veronica divenne irrecuperabile quando lui dichiarò pubblicamente che, se fosse stato libero, avrebbe sposato Mara. Non sono battute sulle quali una moglie passa sopra». Ci è andato giù pesante su Mara Carfagna: «Io, diversamente da lei, ho iniziato a fare politica prima di Berlusconi, e l’ho difeso (anche da lei), come ho fatto con Gardini, con Craxi (contro Di Pietro) e con Andreotti (contro Caselli); e ho sempre pagato di persona, come attestano innumerevoli processi per aver detto la verità. Altroché opportunismo. In ogni caso, l’ipocrisia è diffusa», ha spiegato Sgarbi alludendo ad un episodio ben preciso.
Vittorio Sgarbi: «Benigni ha la leggenda di essere un uomo di sinistra e gli si perdona tutto…»
«A Castiglione Fiorentino è stata fatta una statua a Benigni. Io esorto gli italiani ad abbatterla. A fare quel che hanno fatto con Montanelli. Perché Benigni, come Montanelli, ha trattato la donna come un oggetto», ha dichiarato il critico d’arte tirando in ballo la celebre gag di Fantastico 12 del 1991 con protagonista Raffaella Carrà: «A un certo punto arriva Benigni le salta addosso, la palpeggia, le dice di mostrare la passera. Dove siete voi che accusate Montanelli? Non è più grave di quello che ha fatto Benigni. In entrambi i casi la donna è usata come oggetto. Solo che Begnini ha la leggenda di essere un uomo di sinistra e gli si perdona tutto. Ma si comportato da maschio predatore, esattamente come Montanelli», ha concluso il volto noto. leggi anche l’articolo —> Caos procure, Sgarbi chiede commissione d’inchiesta alla Camera e viene espulso