Vai al contenuto

Il delitto Yara Gambirasio diventa un film: sarà ricostruita l’indagine che portò a Massimo Bossetti

06/08/2021 21:15 - Aggiornamento 06/08/2021 21:28

Yara Gambirasio film sulla sua drammatica morte. L’omicidio della 13enne di Brembate sarà un film su Netflix con Alessio Boni. L’attore rivela: «Non è facile entrare in una vicenda di cronaca così vicina».

Quello del brutale delitto della giovane ginnasta, avvenuto la sera del 26 novembre 2010, è uno dei casi di cronaca nera degli ultimi anni che maggiormente ha sconvolto l’opinione pubblica. La vicenda è stata ricostruita e prenderà forma nella sceneggiatura di un film con la regia di Marco Tullio Giordana.

yara-gambirasio-film-su-netflix-indagine-bossetti

L’omicidio di Yara Gambirasio diventerà un film

Il film sul delitto di Yara Gambirasio sarà disponibile sulla piattaforma streaming Netflix. Ad anticipare qualcosa sulla pellicola prodotta dalla TaoDue di Pietro Valsecchi, è uno dei protagonisti, il noto attore Alessio Boni.

«Presto sarò nel film Netflix di Marco Tullio Giordana sulla vicenda di Yara Gambirasio. Io interpreto un comandante dei Carabinieri, mentre Isabella Ragonese è il pubblico ministero Letizia Ruggeri. In sostanza è un film sull’indagine. Non è facile entrare in una vicenda di cronaca così vicina, così drammatica, che ci ha coinvolto tutti», dice Boni intervistato da La Stampa.

Dalle indiscrezioni si apprende quindi che il film sarà incentrato sulle indagini che hanno portato a isolare sugli indumenti della vittima il profilo genetico di Ignoto 1. Dna che, com’è noto, dopo 4 anni è stato attribuito a Massimo Bossetti. Traccia genetica che ha portato alla condanna – in tutti e tre i gradi di giudizio –  all’ergastolo per il carpentiere bergamasco il quale continua a professarsi innocente.

Sarà ricostruita l’indagine che ha portato alla condanna di Massimo Bossetti

Il film uscirà a dicembre ed è stato girato non nella Bergamasca ma a sud di Roma, a Fiano Romano e Monterotondo. Ad interpretare Yara sarà la giovane attrice Chiara Bono. «Mi sono preoccupato che non fosse scossa, sono ruoli che spaventano. Ha talento, solarità, innocenza, voglia di vivere… Sono le caratteristiche che aveva Yara», ha spiegato il regista.

A vestire i panni dei genitori di Yara saranno Sandra Toffolatti e Mario Pirrello. La Ragonese sarà la Pm Letizia Ruggeri, nella realtà titolare delle indagini. «Un personaggio contropelo, all’inizio sola contro tutti. Fa di testa sua, brusca, impaziente, va in giro in moto, si allena alla boxe. All’epoca sua figlia aveva 8 anni, era più piccola di Yara. Il film è l’ossessione del pm che vuole acciuffare il colpevole», aggiunge Giordana. (Continua a leggere dopo la foto)

ARTICOLO: Yara, Massimo Bossetti duro sfogo dopo l’ennesimo ‘no’ dei giudici: «Io ignorato, sull’orlo di un precipizio»

yara-gambirasio-film-su-netflix-indagine-bossetti

Massimo Bossetti continua a professarsi innocente

Chi nel frattempo nn si arrende all’idea di trascorrere il resto dei suoi giorni in carcere è Massimo Bossetti. Detenuto a Bollate continua infatti a professarsi innocente. Uno dei suoi avvocati, Claudio Salvagni, in queste ore ha dichiarato:

«Siamo autorizzati a poter fare le nostre analisi sui reperti, ma troviamo sempre degli ostacoli che ce lo impediscono… La Suprema Corte ci ha dato sempre ragione – queste le parole del penalista al settimanale Oggi – ma se un provvedimento definitivo può essere disatteso, lo Stato di diritto va a farsi benedire».

yara-gambirasio-film-su-netflix-indagine-bossetti

I dubbi dell’avvocato Salvagni: «Ci nascondono qualcosa»

Sul diritto del suo assistito di poter riesaminare i reperti di indagine, Salvagni ammette di avere una preoccupazione«Il mio timore è che i reperti siano stati conservati malamente, tanto da rendere impossibili ulteriori analisi. Se non ci fosse niente da nascondere nessuno avrebbe timore di sottoporre a nuove analisi i reperti, perché i risultati confermerebbero quelli che hanno portato al giudizio di colpevolezza del mio cliente. Evidentemente non è così».

Continua a leggere su UrbanPost