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Covid, Zangrillo furioso: «La sindrome più pericolosa ecco qual è…», il duro sfogo

09/08/2021 15:12 - Aggiornamento 09/08/2021 15:18

Zangrillo Covid – Si è mostrato ancora una volta critico il professore nei confronti di un certo tipo di informazione. L’esperto pare non condividere la modalità con la quale si continua a comunicare agli Italiani i dati relativi all’emergenza. «La manifestazione più grave e pericolosa della sindrome Long Covid è continuare a parlare sempre e solo di Covid-19», ha scritto su Twitter il direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano.

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Covid, Zangrillo furioso: «La sindrome più pericolosa ecco qual è…», il duro sfogo

A detta di Alberto Zangrillo il più grave degli effetti collaterali del long-Covid è l’ossessione nel parlare esclusivamente, o quasi, della pandemia, che ha scompaginato le nostre abitudini. Il medico di fiducia di Berlusconi ha bocciato l’insistenza con cui si continuano a trasmettere i bollettini tradizionali. In essi infatti determinante è il conto dei contagiati. “Per gli italiani responsabili e sani di mente, sotto quotidiano attacco mediatico, questi numeri non hanno alcun significato. Comunicare ogni giorno un numero non reale di contagiati Covid-19 è un’operazione inutile, ridicola e dannosa”, ha fatto sapere sui social Zangrillo. “Un invito a non diffondere, o cavalcare, il bollettino. Un messaggio al ministro Roberto Speranza, che pur non viene citato. Insomma, da parte del professor Zangrillo, due sfoghi in rapida successione il cui messaggio di fondo è lo stesso: basta con il terrorismo-Covid”, come osserva “Libero Quotidiano”, che rilancia i due sfoghi dell’esperto.

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«Le cure tempestive non sono un’alternativa ai vaccini»

Proprio al quotidiano diretto da Sallusti Zangrillo ha affidato giorni fa un’intervista, in cui aveva sottolineato la pericolosità della variante Delta, definendola altamente contagiosa, e si era detto favorevole al ricorso del Green pass. In quella stessa conversazione il professore del san Raffaele aveva fatto una sorta di “lezioncina” al ministro della Salute Roberto Speranza, ancora scettico sulle terapie precoci: «Io sono stato il primo a dire che deve esistere un approccio immediato al paziente. Ma le cure tempestive non sono un’alternativa ai vaccini: esse sono complementari e devono coesistere con quelli. Né le cure domiciliari devono diventare la bandiera di sparuti gruppi di medici-eroi. Questo approccio terapeutico deve essere invece il metodo di qualsiasi medico. Non significa altro che saper consigliare il paziente, assisterlo, capire quando egli sta male o è solo spaventato». Leggi anche l’articolo —> Zangrillo: «È vero, variante Delta molto contagiosa», poi la “lezioncina” a Speranza