«Buttato fuori perché sono un rompicoglioni». Gianluigi Paragone sceglie un video su Facebook per rispondere all’espulsione dal Movimento 5 Stelle, decretata dal collegio dei probiviri. E ne ha per tutti, in particolare per chi nel Movimento ha smarrito l’energia che ne ha fatto In Italia il primo soggetto politico “rivoluzionario” dopo decenni di stasi.
«I Probiviri dovrebbe essere uomini giusti» incalza Paragone all’inizio del video, riferendosi a chi ha deciso, almeno formalmente, la sua espulsione dal Movimento 5 Stelle. «Non sei “probo”, giusto, quando la mia espulsione va al di là dell’oggettività delle regole. C’è soltanto una volontà politica di espellere qualcuno, perché è un rompicoglioni». Volontà politica che non è certo ascrivibile ai probiviri M5S, Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone. Il riferimento ai vertici del M5S che da tempo hanno puntato il dito contro il senatore dissidente è più che esplicito.
Buttato fuori perché sono «qualcuno che ti sta obbligando a prendere coscienza del fatto che le battaglie radicali, identitarie, antisistema del Movimento 5 Stelle non sono combattute con quella forza. Ecco qual è la mia unica colpa!» E’ un Gianluigi Paragone come di consueto senza peli sulla lingua e diretto a parlare nel video Facebook che ha ricevuto un diluvio di commenti, quasi seimila in poche ore. «E quindi sono stato sbattuto fuori da questo nulla, il nulla di queste persone che si arrogano il diritto di prescindere dalla correttezza delle norme. Ci sono tanti altri casi aperti prima del mio; e ci sono tanti altri casi che dovrebbero essere disciplinati. Allora però Paragone deve essere buttato fuori».
«Sono uno strano Savonarola ma continuerò a predicare un programma elettorale ancora giusto oggi»
Buttato fuori «perché è uno strano Savonarola, è uno strano predicatore che tra l’altro ci costringe a guardarci allo specchio. Questo Paragone si appellerà all’ingiustizia arbitraria dei probiviri, cioè degli uomini del nulla, guidati da qualcun altro che il nulla, che ormai non è neanche più debole, è il nulla, e chi si arroga il diritto di espellermi. Ma io farò ricorso e se mi gira lo farò anche alla giustizia ordinaria». Questo, dice Paragone, per far capire l’arbitrarietà delle regole. Poi viene poi al punto nodale della vicenda, il declino del Movimento 5 Stelle ha dei responsabili. E chi nel Movimento non vuole condannarsi al declino, a perdere le battaglie in cui ha sempre creduto, dovrebbe cambiare strada. «Io continuerò a predicare un programma elettorale che per me è giusto ancora oggi, che è valido ancora oggi. E se dobbiamo dire revoca delle concessioni, fai! Non è che lo dici un giorno e poi telefoni a quelli di Benetton e gli dici ‘compratevi Alitalia’. Perché altrimenti la revoca diventa un revoca patacca!»
Inchiodare Bankitalia alle sue responsabilità, ridurre le bollette: questa è la rivoluzione
Gianluigi Paragone, dopo aver insistito sul tema della revoca della concessione ad Autostrade, affronta poi il tema banche. Un tema a lui molto caro essendo stato per un breve periodo indicato come possibile presidente dell’istituenda commissione parlamentare d’inchiesta. «Essere contro il sistema è dire a Bankitalia ‘tu hai le tue colpe’ sul perché sono saltate per aria le banche, che poi vuol dire far saltare per aria il risparmio degli italiani, il risparmio di gente onesta, gente perbene. Essere antisistema significa prendere tutti i signori di Enel, di Eni, che fanno dei grandi profitti. E quei profitti dovrebbero finire nelle tasche degli italiani, cioè dovrebbero servire per far pagare di meno le bollette. Questa è la rivoluzione!»
Gianluigi Paragone espulso dal M5S: l’affondo ai “capetti”, ai “burocrati” del Movimento
Poi un altro passaggio decisivo, quello sull’Europa e l’affondo ai “capetti” del Movimento 5 Stelle. La rivoluzione è anche «il coraggio di dire a Bruxelles che ci sta inchiodando ad un’ingiustizia, che sarà sempre più profonda. Ecco perché io sono buttato fuori, perché continuo a dire queste cose!»
Paragone nel finale del suo video messaggio parla dei dirigenti del M5S e non usa mezzi termini. «Allora il Movimento 5 Stelle, i cosiddetti capetti, i burocrati, gli uomini grigi, questo nulla, questi signori del nulla cosa fanno invece? Mi buttano fuori. Ma il Movimento è fatto di persone perbene che hanno ancora un sogno, ci credono! Sì, possiamo anche litigare con qualche collega ma il grosso, fuori nel paese, crede ancora che ci sia bisogno di una forza che dica che ci sono delle ingiustizie! Questa era la forza del Movimento 5 Stelle! Io ho fatto questa campagna elettorale, con quel programma elettorale che io difendo! Voi, uomini del nulla! Voi probiviri, nulla assoluto, avete paura! Allora andatevene fuori voi! Perché io vi verrò a cercare nelle aule di giustizia, dirò no alla ingiusta espulsione che mi avete fatto. Voi sarete condannati a dirmi ‘scusa, rientra’…».