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L’omofobia è un reato come il razzismo: referendum “pietra miliare” in Svizzera

10/02/2020 12:14

Giornata a dir poco storica in Svizzera. Ieri, domenica 9 febbraio 2020, si è svolto il referendum sulla nuova legge che rende illegale la discriminazione delle persone sulla base del loro orientamento sessuale, insieme a qualsiasi atteggiamento di incitamento all’odio: che sia a parole, per iscritto, immagini o gesti. La legge è stata approvata con oltre il 63% dei sì. L’esito del resto era stato anticipato dai sondaggi.

Nel Canton Vaud, gli elettori che si sono espressi favorevolmente sono stati l’80,2%, a Ginevra il 76,3%, a Zurigo il 63,5%. Solo in tre piccoli cantoni di lingua tedesca, del centro e dell’Est del Paese, hanno prevalso i ‘no’. La legge era stata già depositata nel 2013, ma ci sono voluti ben cinque anni prima che venisse approvata in Parlamento nel 2018 (sempre meglio dell’Italia comunque…). Il testo in votazione era appoggiato dal governo e dalla maggioranza dei partiti.

Svizzera: no alla discriminazione sull’orientamento sessuale

La revisione di legge introduce esplicitamente nel Codice penale il divieto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale, con lo scopo dichiarato di tutelare le persone Lgbtq. Si tratta di un’estensione della norma penale, che oggi già punisce colo che, con atti o dichiarazioni, discreditano pubblicamente una persona o un gruppo di persone sulla base di razza, etnia o religione. Non si applica però all’ambito familiare né tra i gruppi di amici, nemmeno se chiacchierano in un caffè. Ma ristoranti, alberghi, trasporti o cinema non potranno rifiutare l’accesso di qualcuno per il suo orientamento sessuale.

Contro la sopracitata legge, l’Unione democratica federale (Udf), piccolo partito di matrice cristiana conservatrice, e la sezione Giovani dell’Unione democratica di Centro (Udc, destra nazionalista), avevano lanciato il referendum invocando la libertà d’espressione. «Continueremo a difendere i valori cristiani», ha dichiarato il presidente dell’Udf, Hans Moser, che però è uscito sconfitto alle urne. Il suo partito porterà comunque avanti la battaglia contro il “matrimonio per tutti” e contro l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.

Giornata arcobaleno nel Paese dei cantoni

«Oggi non sono solo i diritti di lesbiche, omosessuali e bisessuali ad essere rafforzati, ma quelli di tutte le minoranze», ha commentato invece la co-presidente dell’Organizzazione svizzera delle lesbiche, Salome Zimmermann, citata dall’agenzia di stampa svizzera Keystone-Ats. Per il padre della nuova norma, il parlamentare socialista Mathias Reynard, il sostegno popolare alla norma anti-omofobia è “un magnifico segnale” per tutte le persone interessate. «L’odio e la discriminazione non hanno più posto nel nostro Paese», ha aggiunto Reynard, citato dai principali media elvetici. Da oggi quindi la Nazione dei monti, dei cantoni e dei laghi è un po’ più… arcobaleno. Forse sarebbe ora che anche i vicini di casa italiani si svegliassero… >>Tutte le breaking news di Urbanpost

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