Dichiarazioni destinate a far discutere quelle della vicepresidente argentina Cristina Kirchner che, parlando dell’ex presidente Mauricio Macri, ha definito gli italiani “mafiosi per genetica”. La donna ha espresso la sua posizione durante la Fiera del libro a L’Havana, ma è stata denunciata dalla Fondazione Apollo, che aveva organizzato l’evento, per aver ”violato le norme etiche nell’esercizio della funzione pubblica”.
Argentina, la vicepresidente Cristina Kirchner: «Italiani mafiosi per genetica»
Cristina Kirchner ha collegato, seppure implicitamente, gli “antenati” di Macri con la ‘ndrangheta. La vicepresidente ha menzionato alcuni articoli del quotidiano Pagina 12 che hanno riferito di eventuali connessioni tra la famiglia Macri e la mafia. «Qui in Argentina il lawfare (l’uso del sistema giudiziario per screditare un avversario politico) ha avuto una componente mafiosa che ha portato alla persecuzione dei miei figli. Deve essere quella componente mafiosa, gli antenati di chi è stato… Come ha denunciato un noto giornalista del giornale Pagina 12 quando ha parlato della ‘ndrangheta. Devono essere quegli antenati», ha dichiarato la Kirchner. Due consiglieri della coalizione politica “Insieme per il Cambiamento” della città di Rosario hanno chiesto all’Istituto nazionale contro la discriminazione argentina di indagare su quanto accaduto. «Le parole dell’ex presidente costituiscono un’offesa inutile e gratuita a gran parte della società argentina, perché gran parte di noi proviene da famiglie di origine italiana», queste le loro dichiarazioni.
Mariano Gazzola: «È molto brutto collegare a un gruppo etnico ciò che non esiste»
Sul piede di guerra anche la Fondazione Apollo, che denunciando la Kirchner per manifestazioni ‘italofobiche’, ha affermato: «Le espressioni usate dalla vicepresidente della Nazione presentano un carattere discriminatorio, in quanto attribuisce una sospetta condotta mafiosa di una persona ai suoi ‘antenati’, come se i comportamenti etici o contrari all’etica non dipendessero dalla libera determinazione degli esseri umani, ma dalla loro discendenza, dalla loro origine etnica». E ancora: «Contrariamente alla tesi italofobica dell’ex presidente, due dei nostri più grandi leader, che incarnano onestà, distacco personale, protezione del patrimonio dello Stato e disinteresse per il patrimonio straniero e proprio, sono Manuel Belgrano e Arturo Illia, entrambi discendenti di italiani». Parole dure anche dal vicesegretario per l’America Latina del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, Mariano Gazzola, che si è detto triste per l’episodio: «Qui non si tratta di ciò che dicono Macri o Cristina, ma ci sono molte persone che pensano che gli italiani siano mafiosi, così come pensano che gli spagnoli siano sporchi o gli ebrei degli approfittatori. È molto brutto collegare a un gruppo etnico ciò che non esiste».