«La scuola riaprirà regolarmente il 14 settembre ed escludo nuovi lockdown. Ora sappiamo cosa fare, ma serve la responsabilità di tutti», così all’HuffPost Lucia Azzolina ci mette la faccia. La ministra dell’Istruzione ai sindacati che dicono che “non ci sono le condizioni per tornare in classe” si sente di replicare: «Da loro mi aspetto collaborazione. Noi per settembre saremo pronti, ma ognuno deve fare la propria parte. Non si può sempre dire no a tutto, ad ogni tentativo di innovazione, serve coraggio», ha ribadito la politica 37enne che è disposta ad aver un confronto in tv con il leader della Lega Matteo Salvini, che le consiglia di dimettersi e, tra le righe, le ha dato dell’incapace. Proprio per questa ragione il segretario del Carroccio in televisione l’ha invitata a «copiare» dagli altri paesi europei.
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Azzolina: «Scuola riapre a settembre», i sindacati tuonano: «Non ci sono le condizioni»
«Capisco che Salvini appartiene a quel centrodestra che diceva, ‘con la cultura non si mangia’, quindi probabilmente non ama né i musei, né i teatri, né i cinema. Per me rappresentano luoghi di cultura. Quindi, portare gli studenti anche lì, al di là dell’aula scolastica, è un modo per avvicinare tantissimi ragazzi, anche con poche possibilità economiche, nei luoghi dove si fa cultura», ha dichiarato Lucia Azzolina. E ancora: «Da una parte dice prima gli italiani, poi dice che dobbiamo copiare dagli altri. Forse farebbe meglio a guardare meglio quel che stiamo facendo piuttosto che stare vicino ai fenicotteri rosa gonfiabili. Al ministero stiamo lavorando dalla mattina alla sera per riportare tutti a scuola a settembre. Salvini ha detto anche che non si sa quando ricomincia la scuola, si rende conto? Quante volte lo dobbiamo dire che il 14 settembre la scuola ricomincia per tutti e che dal primo settembre partono i recuperi». Ed è vero la ministra dell’Istruzione in tv l’ha specificato più volte, ma i sindacati, come dicevamo in apertura, sono sul piede di guerra. Francesco Sinopoli, segretario Flc Cgil scuola ha tuonato: «Inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene, bisognerebbe essere onesti. A causa del ritardo con cui il confronto è iniziato e la scarsità delle risorse la situazione delle scuole è drammatica».
«La scuola non è una spesa, ma un investimento per il futuro del Paese», l’avviso a Gualtieri
Cosa dobbiamo aspettarci dunque? L’Azzolina tira dritto per la sua strada, non indietreggia e spiega all’HuffPost perché viene attaccata da ogni dove: «Sono donna, sono un ministro Cinque stelle, sono giovane, c’è l’idea che noi M5s siamo incompetenti, anche se io ho due lauree, l’abilitazione all’insegnamento, specializzazioni. Adesso, anche basta. In realtà, la scuola viene usata per prendere consenso elettorale e se restiamo così non cambierà mai nulla. E invece è una cosa serissima». La ministra dell’Istruzione si dice consapevole delle problematiche riguardanti la scuola: «Non possiamo eliminare le classi pollaio in un mese e mezzo, ma è l’inizio di un processo. Quando arriveranno i soldi del Recovery Fund li utilizzeremo anche per questo obiettivo: edilizia scolastica, meno alunni per classe e innovazione didattica, come ci chiedono gli studenti». Infine l’avviso a Gualtieri: «In Cdm avevo chiesto un miliardo in più sulla scuola, che arriverà. Il Mef non può avere dei dubbi: i soldi alla scuola servono, servono le assunzioni. Punto. Servono per dare stabilità ai vincitori di concorso, agli studenti, alle famiglie. La scuola non è una spesa, ma un investimento per il futuro del Paese», ha concluso nell’intervista all’HuffPost Lucia Azzolina. leggi anche l’articolo —> Lucia Azzolina gaffe sugli studenti: «Non sono imbuti da riempire…», il web si scatena! (VIDEO)