Vai al contenuto

Franco Califano: la vita turbolenta del “poeta della canzone”, tra amori e arresti

12/02/2024 20:43 - Aggiornamento 14/02/2024 10:32
Franco Califano donne e arresto

Franco Califano, ovvero il “Califfo”, tra passioni, donne e arresti ingiusti: “per fermarlo l’hanno rinchiuso in carcere”. Leo Gassman interpreta il cantautore romano nel film tv “Califano” (febbraio 2024), dove viene ritratto come un po’ poeta, un po’ ribelle, amante delle donne e della musica. Nella sua vita, Franco Califano ha svolto tantissimi ruoli differenti da attore di fotoromanzi alla televisione, ma nessun di questi gli calzava bene come quello di poeta della canzone. Personaggio spavaldo, emblematico e dalle mille sfaccettature, dalle donne alla musica, dalla droga alla prigione, la vita di Franco Califano è stata una montagna russa di emozioni e avventure. Dagospia ha pubblicato nel 2020 una vecchia intervista dove raccontava di sé e degli ultimi anni, della passione che l’ha accompagnato per tutta la vita, le donne, di cui non ne poteva davvero fare a meno. Ecco alcune delle principali rivelazioni dell’intervista.
Leggi anche: Chi è Leo Gassmann: vita privata, fidanzata, carriera e curiosità sull’attore

Franco Califano e la sua storia

«Ero pazza di lui: bello e maledetto. Un poeta. Erano gli anni di Tutto il resto è noia: vivevamo così… Io di giorno sul set, la notte con lui per Roma, poi di nuovo sul set senza toccare letto. Iniziavano allora le mie storie di droga. Tra noi era una grande attrazione ma anche un continuo tira-e-molla. Mi amava quando c’ero, mi dimenticava subito dopo. Gli piacevano troppo le ragazzine… È durata due anni e sono stati bellissimi», così lo descrive Katiuscia la star dei fotoromanzi degli anni ’70. Un vero e proprio dongiovanni con la passione per gli eccessi. Le sue carte, diceva sempre, se l’era giocate tutte, fino all’ultima, e per fermarlo hanno dovuto rinchiuderlo in carcere. Franco Califano è stato vittima di ingiustizia, insieme a a Enzo Tortora, è stato accusato di spaccio e associazione a delinquere. Condannato a tre anni di carcere per poi essere assolto completamente. Il Califfo ha raccontato quel periodo ai microfoni di Dagospia.
Leggi anche: Chi è Annalisa? Sanremo 2024, premi, musica e vita privata della nuova star

franco califano

Il carcere

«Alla fine per fortuna la verità è venuta fuori, ma la cosa peggiore era non poter fare il mio lavoro. Mi ricordo che stavo ancora ai domiciliari e già facevo i concerti, chiesi un permesso speciale, me lo concessero, solo che in ogni città dove andavo a cantare dovevo prima passare dai carabinieri. E’ stato il pubblico a salvarmi la vita». Il Califfo aggiunge anche un fatto curioso. Nonostante sia un appassionato degli eccessi, ha dimostrato una certa simpatia per Papa Ratzinger. «Ratzinger mi fa impazzire, mi piace il fatto che non si ferma troppo a carezzare i bambini, ne carezza al massimo due e va dritto, perché ha da fare, non ha il tempo».
Leggi anche: «Jean Paul Belmondo è un leone, Alain Delon un ghepardo», storia di un’eterna rivalità

franco califano

Le donne

Il giornalista si vuole togliere una curiosità, sapendo già la possibile risposta, ovvero qual è il suo principale interesse. «Le donne, sempre, ma lo sai che col tempo mi piacciono ancora di più, di più, anche se oggi c’è una selezione maggiore, adesso ho la mania delle donne brutte, anzi non proprio brutte, bada bene, anche perché non esiste la donna brutta, esistono le donne e basta, ma una cosa è certa: della categoria “veline” ora come ora non saprei che farne, a me ora piace una donna meno bella, anzi trovare qualità in una donna meno bella».
Leggi anche: Patrizia De Blanck e Franco Califano si sono amati: spuntano lettere private

Passano gli anni, ma certe cose rimangono. Califano sempre indaffarato conclude l’intervista così: «Il medico mi ha detto che devo dimagrire, per stare bene, e poi io non sto mai fermo, non mi piace il relax, è quello che fa invecchiare. Non bisogna mai fermarsi, io dico sempre che invecchierò solo cinque minuti prima di morire».
Articolo pubblicato originariamente il 31 luglio 2020.

Continua a leggere su UrbanPost