Tra le modelle più cliccate del momento, c’è Armine Harutyunyan. La modella 23enne, di origini armene, è finita nell’occhio del ciclone dopo esser stata inserita da Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, tra le “100 modelle più sexy del pianeta”. A far scalpore è stato il suo aspetto fisico, giudicata “brutta” da migliaia di utenti. Il popolo del web però, non si è limitato ad una pacifica opinione, più che lecita, ma si è letteralmente scagliato sulle pagine social della modella con offese e insulti al limite del ripetibile. Vittima di un terribile “body shaming” gratuito, non che sia in giustificato altri casi.
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Armine, modella di Gucci vittima di “body shaming”
La colpa di Armine, sarebbe quella di non rispettare i canoni di bellezza odierni e di non essersi chirurgicamente omologata al resto delle modelle. Armine è stata ingaggiata dal “Re della stravaganza”, Alessandro Michele, art director di Gucci, per la Milano Fashion Week 2019. La particolare bellezza di Armine non è passata inosservata e pare che proprio Michele l’abbia definita “una delle 100 modelle più sexy del mondo”. Sui social, la notizia non è piaciuta, migliaia di utenti hanno scatenato una crociata nei confronti della modella, con insulti razzisti e paragoni vergognosi. Non solo in Italia.
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Armine tra le 100 modelle più sexy del mondo, insulti razzisti e odio gratuito
A scatenare ulteriore odio gratuito nei confronti di Armine, è stata una foto nella quale appare davanti all’Ara Pacis di Roma mentre fa il “saluto romano“. Si tratta di una bufala tipicamente italiana. Lo scatto, modificato da alcuni utenti è diventato virale. Armine è stata nella capitale italiana nell’estate del 2019. Dal post originale si capisce chiaramente come la modella volesse rendere omaggio alla statua di Giulio Cesare. A confermare la tesi, non è solo la scritta verticale “Cesar”, rimossa col fotoritocco, ma anche la didascalia che riporta la parola “Ave”. Inoltre, si deve tener conto che Armine, non può essere a conoscenza del significato politico che ancora oggi il gesto ha in Italia.