Governo Draghi ministri possibili – Martedì 9 febbraio 2021. Impensabile che il professor Draghi stia lì col bilancino, pronto ad accontentare il “palato” dei vari partiti a cui fanno “gola” soprattutto alcuni ministeri. Stando alle delegazioni che hanno partecipato alle varie consultazioni il premier incaricato da Mattarella per la formazione di un governo di «alto profilo» sarebbe sempre più orientato a costituire una squadra di tecnici e figure professionali con connotazione politica. E l’unica persona con cui l’ex presidente della Bce starebbe avendo un dialogo diretto è proprio il Capo di Stato, che ha riposto in lui piena fiducia.
leggi anche l’articolo —> Programma Draghi, «priorità a vaccino, scuola e lavoro»: l’agenda del nuovo premier
Governo Draghi ministri: la squadra (con tante donne) annotata sul taccuino dell’ex dirigente della Bce
Secondo quanto riferisce oggi il “Corriere della Sera” il professor Draghi in sintonia con il presidente della Repubblica Mattarella “individuerà le caselle più importanti dell’esecutivo: dai tre ministeri economici (Economia e Finanza, Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti), ai dicasteri degli Esteri, Interno, Difesa e Giustizia. In questo schema gli altri dicasteri, dall’Ambiente alla Sanità, dall’Istruzione alle Pari opportunità, sarebbero destinati ai partiti. È probabile che la rappresentanza politica sia ridotta all’osso, con non più di due ministri appartenenti ai grandi partiti, Pd, Cinque Stelle e Lega”. Per il Pd resistono i nomi forti di Dario Franceschini, Andrea Orlando e Lorenzo Guerini. Nel M5S sembra quasi automatica una riconferma di Luigi Di Maio. Ma nulla è scontato: all’interno dell’esecutivo potrebbero entrare solo i tecnici d’area. Quel che appare certo è che non ci saranno i leader: prende sempre più spazio l’indiscrezione lanciata da “Repubblica” che parlava ieri della strategia dei “numeri due”, meno ingombranti ma comunque competenti e autorevoli.
Di Maio riconfermato? Nulla è scontato
Al momento nessuno osa fare nomi, ma Falci e Galluzzo su “Il Corriere” si sbilanciano. Per il ruolo di sottosegretario a Palazzo Chigi continuano a circolare i nomi di Daniele Franco, direttore generale della Banca d’Italia, e Luisa Torchia, giurista e allieva di Sabino Cassese e Massimo Severo Giannini. In piedi anche l’ipotesi del nome Luigi Carbone, oggi capo di gabinetto al Ministero dell’Economia. Per il ministero dell’Interno potrebbe essere riconfermata Luciana Lamorgese, ma un altro nome autorevole circola ed è quello del prefetto Lamberto Giannini, esperto di terrorismo.
Delicato il ministero degli Esteri, anche perché M5s e Lega se vorranno far parte della squadra di Draghi dovranno accettare la linea europeista e il rapporto privilegiato con Washington. Il nome più accreditato agli Affari Esteri sembra essere quello di Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina. Buone possibilità anche per Marta Dassù, che è stata viceministro degli Esteri ai tempi di Letta. Altrettanto importante per Draghi il Recovery Plan da presentare al più presto: per il ministero dell’Economia sarebbero in lizza Lucrezia Reichlin, Carlo Cottarelli, Vittorio Colao e Luigi Federico Signorini. Per il quello della Giustizia resta ancora in pole position il nome di Marta Cartabia, costituzionalista ed ex presidente della Consulta, assai stimata dal Colle. Gira anche il nome di Paola Severino, già Guardasigilli del governo Monti. “Il Corriere” chiude con la scuola, a cui Draghi tiene particolarmente. Tra i papabili per il ministero dell’Istruzione c’è Patrizio Bianchi, professore di politica industriale ed ex assessore in Emilia-Romagna. In corsa pure Cristina Messa, già rettrice dell’Università Bicocca di Milano. Leggi anche l’articolo —> Governo Draghi, M5s ha deciso: il voto su Rousseau il 10 e 11 febbraio