«E guarirai da tutte le malattie/ Perché sei un essere speciale/ Ed io, avrò cura di te». Recita così il ritornello di una delle canzoni più belle di Franco Battiato, “La Cura”, inclusa nell’album del 1997, «L’imboscata». Uno dei brani più struggenti della storia della musica italiana che il maestro, morto oggi dopo una lunga malattia, all’età di 76 anni, nella sua casa di Milo in Sicilia, ha scritto assieme al filosofo Manlio Sgalambro. Una lirica intrisa di metafore e immagini oniriche, che sa spiegare con pathos cosa significhi dedicarsi completamente a qualcuno.
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«La Cura» di Franco Battiato: il vero significato di uno dei brani più amati del Maestro
Franco Battiato era e rimarrà uno degli artisti più significativi nel panorama musicale italiano. All’avanguardia, raffinato, ma attento alla sensibilità della gente, il cantautore siciliano è da annoverare come l’inventore del pop nel nostro paese. Tra i suoi pezzi più noti certamente “La cura”, evergreen diventato un vero e proprio classico. La canzone gioiello è stata pubblicata, come dicevamo, nel 1997, tratta dall’album “L’imboscata”. Il brano ha riscosso un successo immediato che perdura nel tempo: nella solo nella versione digitale, «La Cura» ha superato le 60.000 copie vendute. Doppio disco di platino, è stata giudicata “Canzone italiana dell’anno” al Premio italiano della musica del 22 marzo 1997. Pochi mesi dopo, Battiato scelse di partecipare con il pezzo al Festivalbar. Il videoclip che accompagna il brano, girato a Lisbona, è diretto da Riccardo Paoletti.
Dai più considerata come una lirica d’amore in senso stretto, in realtà, “La Cura” non avrebbe questo significato principale. Anche se poi come sappiamo le canzoni appartengono a chi le ascolta e ognuno vi legge dentro ciò che vuole. Per alcuni critici «La Cura» è una sorta di dialogo tra l’anima e l’essere umano, il corpo. Uno scambio esistenziale retto su immagini fortissime quanto evanescenti: «I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi/ La bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi/ Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto/ Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono/ Supererò le correnti gravitazionali/ Lo spazio e la luce per non farti invecchiare/». Altri, invece, ritengono che il brano sia una dedica di Battiato alla madre mentre, per altri ancora, è una sorta di preghiera, al rovescio, di Dio nei confronti dell’uomo. Quest’ultima lettura troverebbe giustificazione nel verso «Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono».
Una dichiarazione questa però che, a sua volta, potrebbe suggerire un rapporto sentimentale tra un uomo maturo e una donna più giovane. Le metafore esotiche, carnali e voluttuose, che impreziosiscono la lirica nella seconda parte, paiono suffragare questa sensuale lettura, che tuttavia forse non è quella più rispondente, profonda.
Reinterpretato negli anni anche da altri artisti come Fiorella Mannoia, Adriano Celentano e Alice
«La Cura», che è tra i brani più amati del cantautore catanese e reinterpretato negli anni anche da altri artisti come Fiorella Mannoia, Adriano Celentano e Alice, è un chiaro esempio di canzone introspettiva. Finanche un brano che si interroga sul senso ultimo dell’esistenza: «Vagavo per i campi del Tennessee/come vi ero arrivato chissà/non hai fiori bianchi per me?/Più veloci di aquile i miei sogni/attraversano il mare/Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza/percorreremo assieme le vie che portano all’essenza». Ed è per questo che alcuni hanno visto in esso la realizzazione più alta dell’amore ultraterreno, puro, diretto verso l’Eterno. Il vero significato dunque andrebbe ben al di là della mera preghiera. Un percorso filosofico più che una semplice canzone dedicata ad una figura femminile. Leggi anche l’articolo —> Franco Battiato, la carriera del “Maestro” onnivoro dalla musica Prog al Pop sinfonico
TESTO COMPLETO DELLA CANZONE
La Cura (1997)
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te