Deve essere una caratteristica del M5s: per la serie “se sanno coniugare bene i verbi, non li vogliamo”. Regge su questa sottile ironia l’articolo di Vittorio Feltri dedicato all’ex avvocato del popolo Giuseppe Conte, che nei giorni scorsi ha commesso una doppia gaffe grammaticale. Uno strafalcione che non è sfuggito nemmeno al leader di Italia Viva Matteo Renzi. Figurarsi: avrebbe potuto lasciarsi sfuggire questa ghiotta occasione? Parimenti il direttore bergamasco. Anche la Lega di Salvini ha picchiato duro sui social, ricondividendo i “10 secondi” da panico.
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Conte, Feltri lo bacchetta sul congiuntivo: “Peggio di Di Maio”, che gaffe alla Fantozzi
«La pedanteria non è la mia specialità. Capita a chiunque, scrivendo e parlando, di dire una o più fesserie, cioè di sbagliare qualche verbo. Tuttavia c’è un limite a tutto, anche agli sfondoni», ha esordito su “Libero” Vittorio Feltri, che ha ricordato il caso di Luigi Di Maio, che avrebbe, a detta sua, «un contenzioso irrisolto col congiuntivo»: «Un giovanotto che ha concluso gli studi del liceo classico eppure inciampa in errori macroscopici dal punto di vista linguistico non passa inosservato, specialmente se il soggetto in questione è un ministro della Repubblica», ha osservato il giornalista. Poi il focus sulla gaffe di Conte: «Per due volte presidente del Consiglio, l’ha combinata grossa. Ha girato un video finito fatalmente sui social, vedendo il quale si capisce che l’avvocato del popolo ha un eloquio pasticciato. Ecco la sua frase degna di nota: ‘Non possiamo tollerare che “arrivano” dei migranti, addirittura positivi, e “vadino” in giro liberamente’. In due righe, due orrori giganteschi che non li salta nemmeno un cavallo, li coglie pure un ragazzino della seconda media. Come dicevo all’inizio di questo pezzullo, può capitare a tutti di dire una ca**ata», ha puntualizzato Feltri.
«Caro Giuseppe, se ha bisogno di me “venghi” pure a consultarmi»
L’ex direttore dell’Europeo ha proseguito: «Se l’ex premier si esprime come Fracchia, cioè Paolo Villaggio nei suoi film comici, autorizza il pubblico a prenderlo per il cu*o da qui all’eternità. Un tipo del genere non è in grado di pretendere di dirigere un partito, per quanto sgangherato come il Movimento cinque stelle, e di aspirare a tornare a Palazzo Chigi». Feltri ha concluso tra l’ironico e il faceto: «Caro Giuseppe, se ha bisogno di me “venghi” pure a consultarmi». Come dicevamo in apertura Renzi anche ha premuto sull’acceleratore, rilanciando il video con il doppio scivolone dell’ex premier: «Conte, quasi leader dei Cinque stelle, mi ha attaccato, parlando dei miei contratti da centinaia di migliaia di euro. A Conte potrei proporre un dibattito sulle idee ma non vorrei metterlo in difficoltà (come si vede da questo video, l’ex collega ha idee e modi di esprimerle in linea con la tradizione grillina): dunque mi limito a chiedergli un confronto all’americana pubblico, in tv, sui miei contratti. E sui suoi contratti. E sui suoi rapporti. Io dico che ci divertiamo». Leggi anche l’articolo —> Travaglio contro M5s sulla riforma della giustizia: “A 90° al cospetto di sua Maestà”