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Travaglio e l’affondo vergognoso a Draghi: chi è stato il padre Carlo, la vera storia

26/07/2021 11:48 - Aggiornamento 26/07/2021 12:21

“Travaglio Draghi” in testa ai Google Trends di oggi, lunedì 26 agosto 2021. «Le parole offensive e deliranti di Marco Travaglio su Draghi, orfano di padre all’età di 15 anni, dimostrano come il direttore del ‘Fatto Quotidiano’ sia semplicemente un uomo vergognoso. Stupisce che ancora venga pagato per insultare tutti a reti unificate. Solidarietà al Presidente Draghi». Così il leader di Iv Matteo Renzi su Facebook, commentando le parole del giornalista sul presidente del Consiglio alla festa di Articolo Uno, il partito di cui è segretario il ministro della Salute Roberto Speranza. Dichiarazioni forti nei confronti dell’ex numero uno della Bce, che ha perso entrambi i genitori giovanissimo, come da lui stesso raccontato in una nota intervista concessa al giornale tedesco «Die Zeit». «Ricordo che a sedici anni, al rientro da una vacanza con un amico. Lui poteva fare quello che voleva. Io invece trovai a casa ad aspettarmi un cumulo di corrispondenza da sbrigare e di bollette da pagare», disse allora il futuro premier, poco incline a parlare del suo privato.

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Mario Draghi padre Carlo

Il direttore de “Il Fatto Quotidiano” attacca il premier: «Non ha neanche l’umiltà a furia di leggere che è competente su tutti i rami dello scibile umano»

Un affondo duro quello di Marco Travaglio, che non ha mai taciuto la poca simpatia per il “banchiere prestato alla politica”: «Hanno buttato giù Conte. Avevano fatto degli errori, ma non li hanno mandati via per i loro errori, li hanno mandati via per i loro meriti e hanno messo al loro posto l’esatta antitesi, che è un figlio di papà, un curriculum ambulante, uno che visto che ha fatto bene il banchiere europeo ci hanno raccontato che allora è competente in materia di sanità, di giustizia, di vaccini eccetera. Mentre in realtà, e mi spiace dirlo, non capisce un ca**o. Né di giustizia, né di sociale, né di sanità. Capisce di finanza, ma non esiste l’onniscienza o la scienza infusa. E non ha neanche l’umiltà a furia di leggere che è competente su tutti i rami dello scibile umano».

travaglio draghi conte

Le «parole della vergogna», le ha definite un articolista de “Il Tempo”

Le «parole della vergogna», le ha definite un articolista de “Il Tempo”. È da sottolineare infatti che Mario Draghi è rimasto orfano quando aveva appena sedici anni. Di colpo si ritrovò capofamiglia: si prese lui cura dei due fratelli minori Marcello e Andreina con l’aiuto di una cara zia, che lo considerava “speciale”. Quel lutto tanto doloroso non lo scoraggiò, anzi come ho scritto in un altro articolo, gli inculcò la «religione del lavoro». Dopo la laurea in Economia all’Università La Sapienza di Roma, sotto la guida di Federico Caffè, Draghi volò in America, dove frequentò il MIT (Massachusetts Institute of Technology): «Dovevi dimostrare di meritare il tuo posto ogni giorno», ha ricordato il premier in un’intervista. E le sue giornate potevano durare allora anche 18 ore di impegni: tra corsi da seguire, tesi da preparare, lezioni, documenti e il lavoro da insegnante. «Era però straordinariamente intelligente e dolce, molto serio e dotato di grande capacità di lavoro», disse di lui Serena, la moglie del professor Franco Modigliani, altro mentore di Draghi.

Il primo lavoro di Carlo Draghi è stato alla Banca di Italia

A cosa voleva alludere dunque il direttore de “Il Fatto Quotidiano”? Probabilmente al fatto che il padre Carlo sia stato un modello e punto di riferimento per il figlio maggiore. Il primo lavoro di Carlo Draghi è stato alla Banca di Italia, dove era entrato come volontario nel 1922, per poi passare all’Iri e quindi alla Bnl, sempre a Roma. Il padre del premier è stato fra i protagonisti del rilancio dell’economia italiana dopo il fascismo. I fatti furono questi: “Dopo la liberazione di Roma, il nome dell’allora direttore generale della Banca nazionale del lavoro, Domenico De Ritiis, che pure vantava rapporti con i centri antifascisti in esilio, era comparso nelle liste dei collaboratori dell’Ovra, la polizia segreta fascista. Avevano quindi preso corpo e via via si erano rafforzate le spinte per una liquidazione o uno smembramento della banca che veniva considerata, in particolare nel mondo anglosassone, strettamente legata al regime di Mussolini. Un gruppo di dirigenti, tra i quali appunto Carlo Draghi, riuscì tuttavia a ottenere, nel novembre del ’45, la nomina a direttore generale dell’ingegner Imbriani Longo, proveniente dall’Iri”, come racconta dettagliatamente Stefania Tamburello nel volume “Mario Draghi, il Governatore: Dalla Banca d’Italia al vertice della Bce”. Quale “figlio di…”, dunque? Soltanto perché Carlo era un banchiere. Reggerebbe ancora dunque tra i grillini l’immagine di Mario Draghi come una sorta di «Anticristo». O ancora il «Banchiere Dracula», come gridavano alcuni esponenti del M5s non molti anni fa.

Mario Draghi padre

Travaglio: “Draghi figlio di papà, non capisce niente”

Essere banchieri dunque è una colpa? La stessa di cui si è ‘macchiato’ Carlo Azeglio Ciampi, inviso pure lui al M5s, nonché altro punto fermo per Mario Draghi che nella sua vita ne ha avute di figure maschili a cui ispirarsi. Ma è al padre che il presidente del Consiglio ha dedicato nell’intervista citata in alto concessa al giornale tedesco uno dei pensieri più belli“A cavallo tra le due guerre, in Germania, mio padre vide un’iscrizione su un monumento. C’era scritto: se hai perso il denaro non hai perso niente, perché con un buon affare lo puoi recuperare; se hai perso l’onore, hai perso molto, ma con un atto eroico lo potrai riavere; ma se hai perso il coraggio, hai perso tutto”. Leggi anche l’articolo —> Mario Draghi premier perfetto? Peccato per quella sua abitudine contraria al Galateo