Antonio Pennacchi, il Premio Strega, si è spento nella serata di ieri, martedì 3 agosto. L’ex operaio diventato scrittore di successo, è morto a Latina, all’età di 71 anni. Dalle prime indiscrezioni a stroncarlo sarebbe stato un infarto. Ripercorriamo la sua carriera, svelando qualche curiosità.
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Chi era Antonio Pennacchi: carriera, vita privata e curiosità
Nato a Latina nel 1950, operaio dell’Alcatel Cavi, Antonio Pennacchi si è dedicato alla politica prima nelle file del Msi e poi in quelle del Partito marxista-leninista Italiano. Tra gli anni ’70 e ’80 ha aderito al Psi, alla Cgil e poi alla Uil. Durante un periodo di cassa integrazione, si è laureato in Lettere e filosofia per dedicarsi alla scrittura. Era il lontano 1983. Il suo romanzo di esordio, Mammut, ha ricevuto ben 55 rifiuti da 33 editori (a qualcuno lo spediva più di una volta dopo averne cambiato il titolo), prima di essere pubblicato da Donzelli nel 1994. A seguire Palude, vincitore del Premio Nazionale Letterario Pisa, dedicato alla sua città, e Una nuvola rossa (1998), in cui raccontò una vicenda ispirata al delitto dei fidanzatini di Cori, avvenuto l’anno prima nell’omonima cittadina laziale e che aveva avuto grande risalto sulla cronaca nazionale.
Nel 2003 Pennacchi ha pubblicato Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassi, romanzo autobiografico da cui nel 2007 è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico, diretto da Daniele Luchetti, con protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio. Nel 2010 l’uscita di Canale Mussolini, edito da Mondadori, finalista al Premio Campiello e vincitore dello Strega. Suoi scritti sono apparsi anche su “Nuovi Argomenti”, “MicroMega” e “Nouvelle Revue Française”. Nel 2012 si era lanciato in un nuovo progetto: Pianura Blu per il recupero dei canali di bonifica dell’Agro pontino e per la creazione di una rete ciclonavigabile, con il sostegno della Sapienza Università di Roma e di diverse amministrazioni locali. Nel 2015 l’uscita di Canale Mussolini, parte seconda, pubblicato sempre da Mondadori.
L’incontro con la moglie: «Pensai questa è la donna della mia vita»
Lo scrittore lascia, oltre la moglie Ivana, anche i figli Marta e Gianni e i nipoti Lucrezia e Asia. Della sua adorata consorte non si conosce neppure il nome, ma è struggente un passaggio di un’intervista che Pennacchi ha concesso al ‘Corriere’: «La vidi a un picchetto davanti a una fabbrica occupata, 45 anni fa. Le ragazze non volevano far passare un camion della ditta. Allora, il camion ingrana la marcia e parte. Tutte scappano, eccetto Ivana, che gli si butta davanti. Pensai: questa è la donna della vita mia», raccontò l’ex operaio, descrivendo il primo incontro con la moglie. Leggi anche l’articolo —> Chi è Giulia Caminito, la vincitrice del “Premio Strega Off 2021”