Mercoledì 4 agosto 2021 – “Conte è già padre padrone, due grillini verso l’espulsione. ‘Autoritarismo’, scatta la fronda M5s”. Si intitola così uno degli ultimi articoli usciti su “Il Tempo”, dedicato al nuovo leader in pectore del MoVimento, che si sarebbe calato alla perfezione nei panni di “epuratore”. E pensare che lui stesso aveva tacciato il fondatore Beppe Grillo della stessa colpa. L’ex premier ora si trova a dover risolvere “la grana del dissenso con i ribelli della riforma Cartabia” e non starebbe andando troppo per il sottile. Alla prova del voto i grillini hanno fatto registrare due voti contrari (Giovanni Vianello e Luca Frusone) e un’astensione. Ma c’erano anche sedici assenti. Uno smacco che Giuseppe Conte non può né vuole tollerare.
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M5s, via libera al nuovo Statuto, ma Conte è “già padre padrone”: il retroscena
Per i pentastellati che hanno votato in modo diverso dal Movimento il “no equivale quasi certamente all’espulsione dal gruppo e dal Movimento”, come scrive il “Corriere della sera” in un retroscena. Non più roseo lo scenario che si profila per coloro che hanno disertato: pare che Conte sia soprattutto rimasto deluso “dall’ex sottosegretario Ferraresi presente alla fase conclusiva della trattativa e assente anche al voto di fiducia”. E tra i grillini serpeggia una frase, riportata da “Il Tempo”, che fa capire qual è l’aria che tira in seno al MoVimento: “Conte ha confuso l’autorevolezza con l’autoritarismo”. Un attacco a denti stretti pronunciato dopo l’attacco del leader in pectore ad Alessandro Melicchio, colpevole di aver votato con FdI e i fuoriusciti M5s di Alternativa c’è sulle pregiudiziali di incostituzionalità. Si sta parlando ovviamente dei grillini anti contiani. L’ex presidente del Consiglio, che nelle scorse ore dalle colonne della Stampa, ha inviato a Mario Draghi un messaggio che pare quasi un altolà – «Sulla giustizia ci hanno trovati impreparati, ma non sarà più così. A partire dal Reddito di cittadinanza…» – gode infatti di parecchi fedelissimi.
L’ex premier festeggia: “Oggi è un grande giorno, una grande festa di partecipazione democratica”
Conte ha incassato «un plebiscito sullo Statuto», come osserva l’Ansa. E tale voto, di fatto, lo incorona già “re”. La maggioranza degli aventi diritto al voto tra gli iscritti del Movimento è stata ampiamente superata. Ad esprimersi, nelle due giornate di consultazioni su SkyVote, sono stati 60.940 iscritti su 113.894. A dire sì allo statuto l’87,35 dei votanti. Niente seconda consultazione. Difatti il 5 e 6 agosto si voterà per la leadership contiana, ormai certa. E l’avvocato del popolo se ne compiace: «Oggi è un grande giorno, una grande festa di partecipazione democratica. Siamo quello in cui crediamo. Crediamo nella democrazia partecipata quale motore per dare ancora più forza alla nostra presenza sui territori e nelle istituzioni. Il voto di oggi non rappresenta un punto di arrivo, ma di ripartenza. Abbiamo un grande lavoro da fare, e come sempre dobbiamo farlo tutti insieme». Un’esultanza più che comprensibile, tenendo conto delle difficoltà di questi ultimi mesi con cui ha dovuto fare i conti l’ex premier. Leggi anche l’articolo —> Draghi presidente della Repubblica nel 2022, favorevoli e contrari: il “memento” di Giorgetti