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Chiara Ugolini ha lottato con il suo aggressore: “Molti traumi interni”, cosa dice l’autopsia

09/09/2021 09:50 - Aggiornamento 09/09/2021 09:58

Omicidio di Chiara Ugolini, autopsia che dice? Il presunto killer Emanuele Impellizzeri resta in carcere. L’esame autoptico fatto sul corpo della 27enne ha rivelato numerosi traumi interni. La giovane ha lottato a lungo con il suo aggressore. Secondo gli inquirenti, la ragazza è stata sorpresa dal suo aguzzino mentre si stava vestendo, ma non avrebbe subito una violenza sessuale. Resta il mistero sul movente: non ancora il peso della candeggina nell’uccisione.

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Chiara Ugolini ha lottato con il suo aggressore: “molti traumi interni”, cosa dice l’autopsia

È un caso che sta scuotendo l’Italia quello di Chiara Ugolini, la ragazza di Calvasino (Verona) uccisa nella sua casa. Sono stati convalidati il fermo e la misura cautelare in carcere per Emanuele Impellizzeri. Il 38enne, però, davanti al gip del tribunale, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dall’esame autoptico sul cadavere della ragazza sono emersi vari traumi interni: alla nuca, al torace, all’addome. Visibili segni di una colluttazione violenta tra la giovane e il suo assassino. Tuttavia, al momento nessuna lesione giustifica da sola la causa del decesso. Tra i punti oscuri lo straccio imbevuto di candeggina usato dall’aggressore. L’uomo le avrebbe tappato la bocca con quest’ultimo per stordirla, lesionandole così in diversa misura gli organi interni.

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La ragazza sarebbe stata sorpresa mentre si stava vestendo

L’autopsia, durata 4 ore, sul corpo della 27enne quindi non ha permesso ancora di avere un quadro chiaro della situazione. Secondo quanto riferito da “TgCom24” al momento dell’arresto, Emanuele Impellizzeri presentava graffi non solo al volto, ma anche sul collo. Potrebbe averglieli fatti proprio Chiara nell’estremo tentativo di difendersi e divincolarsi dall’aggressione in casa, ma sono tutte ipotesi. L’uomo deve ancora spiegare perché ha cercato di entrare dal terrazzo. La ragazza sarebbe stata sorpresa mentre si stava vestendo, ma non sarebbe stata violentata dal suo killer. Per il 38enne l’accusa è di aver commesso l’omicidio con le aggravanti di aver agito con crudeltà e per motivi abietti. Stando a quanto riportato nell’ordinanza del gip, “la misura della custodia in carcere si è resa necessaria per il pericolo di fuga, per la gravità del fatto contestato e tenuto conto della personalità dell’indagato”. Leggi anche l’articolo —> Favara, la svolta nell’omicidio di Salvatore Lupo: fermato l’ex suocero Giuseppe Barba

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