
Il ritorno di Checco Zalone al cinema era uno degli eventi più attesi del 2025. Con l’uscita di Buen Camino, arrivata nelle sale nel periodo natalizio, il dibattito si è riacceso immediatamente: il nuovo film di Checco Zalone funziona davvero? È cambiato qualcosa nel suo modo di fare commedia? E soprattutto, come è stato accolto dal pubblico e dalla critica?
Le ricerche online parlano chiaro. Le ricerche sul nuovo film di Zalone sono esplose in queste ore, segno di un interesse che va ben oltre il semplice successo al botteghino. Quando esce un film di Zalone, il cinema italiano si ferma, osserva e discute.
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Buen Camino: di cosa parla il nuovo film di Checco Zalone
Buen Camino racconta la storia di Checco, un uomo ricchissimo, viziato e irresponsabile, che vive circondato dal lusso e dall’illusione di una libertà senza limiti. La sua vita cambia quando la figlia adolescente decide di partire per il Cammino di Santiago, allontanandosi da un mondo che percepisce come vuoto e superficiale.
Costretto a inseguirla, Checco intraprende un viaggio che è allo stesso tempo fisico e simbolico. Il cammino diventa il terreno su cui il personaggio si spoglia, poco alla volta, delle sue certezze, affrontando il tema della paternità, dell’invecchiamento e della responsabilità. Un impianto narrativo più lineare rispetto ai film precedenti, ma non per questo privo di ambizione.
Il ritorno della coppia Zalone-Nunziante
Uno degli elementi più discussi del film è il ritorno alla regia di Gennaro Nunziante, storico collaboratore di Zalone. Dopo l’esperienza più personale e politica di Tolo Tolo, Buen Camino segna un rientro in una zona più familiare per entrambi: quella della commedia popolare, costruita su ritmo, personaggi riconoscibili e satira sociale.
La scrittura punta meno sull’accumulo di gag e più sulla continuità del racconto. Questo ha portato molti osservatori a parlare di un film “più semplice”, ma anche più coerente, capace di mantenere l’attenzione del pubblico per tutta la durata senza cedere a dispersioni narrative.
Come è stato accolto Buen Camino dal pubblico
Dal punto di vista degli spettatori, il nuovo film di Checco Zalone ha confermato una certezza: Zalone resta uno dei pochissimi nomi in grado di portare famiglie, giovani e adulti in sala durante le feste. Le reazioni del pubblico sono state in gran parte positive, soprattutto per quanto riguarda il ritmo e l’efficacia della comicità.
Molti spettatori hanno apprezzato la capacità del film di far ridere senza rinunciare a una componente emotiva più marcata. Il rapporto padre-figlia è stato percepito come uno degli elementi più riusciti, capace di dare spessore a una storia che, pur restando leggera, affronta temi riconoscibili e condivisi.
La critica divisa: maturità o normalizzazione?
Se il pubblico ha risposto con entusiasmo, la critica si è mostrata più divisa. Una parte ha letto Buen Camino come un segnale di maturazione artistica: un Checco Zalone meno aggressivo, ma più consapevole, capace di rinnovare la propria maschera senza tradirla.
Da comico che prendeva in giro la massa e i mostri della porta accanto è diventato un comico che prende in giro le elite, le persone lontane e distanti, e si è piegato alla logica dei film pigri e fatti male dei comici televisivi https://t.co/wzj2aghonF
— Wired Italia (@wireditalia) December 25, 2025
Altri, invece, come Wired, hanno parlato di “normalizzazione”, sottolineando come il film rinunci a quella ferocia che aveva caratterizzato le opere precedenti. Secondo questa lettura, la satira colpisce bersagli più distanti e meno scomodi, rendendo la comicità più accessibile ma anche meno disturbante.
Checco Zalone è davvero diventato più buono?
La domanda attraversa trasversalmente tutte le recensioni: Checco Zalone è cambiato? La risposta più onesta sembra essere “sì, ma non del tutto”. Le battute scorrette, i riferimenti scomodi e la volontà di provocare non sono scomparsi. Sono però inseriti in un contesto narrativo più rassicurante, dove il percorso di crescita del protagonista bilancia la satira.
In questo senso, Buen Camino appare come un film che cerca di parlare a un pubblico più ampio possibile, senza rinunciare completamente alla propria identità. Una scelta consapevole, soprattutto in un momento storico in cui la commedia italiana fatica a trovare nuovi equilibri.
Il confronto con i film precedenti di Checco Zalone
Rispetto a titoli come Quo Vado? o Sole a catinelle, il nuovo film di Checco Zalone appare meno concentrato sulla caricatura dell’italiano medio e più interessato a raccontare un mondo di privilegiati, di élite e di ricchezza ostentata. Un cambio di prospettiva che ha fatto discutere.
Dove prima la risata nasceva dal riconoscimento di vizi quotidiani, ora nasce dal distacco. Questo spostamento non ha convinto tutti, ma ha permesso al film di esplorare nuove direzioni, evitando l’autocitazione e la ripetizione meccanica di formule già collaudate.
Perché ci sono polemiche su Buen Camino
Il successo di Buen Camino non si misura solo al botteghino. Le ricerche sul film di Checco Zalone raccontano un fenomeno culturale che si rinnova a ogni uscita. Zalone continua a essere un punto di riferimento, un catalizzatore di discussioni che vanno oltre il cinema.
In un panorama in cui molte uscite passano inosservate, il nuovo film di Checco Zalone è riuscito ancora una volta a imporsi come evento, riportando l’attenzione sul ruolo della commedia popolare nel raccontare il presente.
Considerazioni finali
Buen Camino è un film che divide, ma proprio per questo funziona. Fa ridere, riflettere e discutere, mostrando un Checco Zalone in una fase diversa della sua carriera. Non è una rottura con il passato, ma un adattamento a un pubblico e a un contesto che sono cambiati.
Che lo si consideri un segno di maturità o un ammorbidimento della satira, il nuovo film di Checco Zalone conferma una verità difficile da ignorare: quando Zalone torna al cinema, l’Italia guarda, commenta e si riconosce, anche quando finge di no.
