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Alberto Zangrillo sbotta in tv: «Riprendete a vivere! Il Comitato Tecnico Scientifico dica la verità»

22/07/2020 12:12 - Aggiornamento 22/07/2020 12:13

Atmosfera incandescente a “In Onda” su La7Alberto Zangrillo, il primario del San Raffaele di Milano, ha perso la pazienza con il conduttore David Parenzo a proposito degli ultimi dati della pandemia di Coronavirus in Italia. Si parlava dei numeri bassi di questi giorni e Zangrillo ha sbottato in diretta tv: «Dall’inizio cerco di dire quello che osservo e inizio ad averne le palle piene. È evidente quello che accade: se oggi in Lombardia abbiamo un morto dichiarato per Coronavirus, vuol dire che non sta succedendo nulla. Punto. Poi possiamo costruire tutte le favole che volete». 

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Alberto Zangrillo

Alberto Zangrillo sbotta in tv: «Riprendete a vivere! Il Comitato Tecnico Scientifico dica la verità»

«Vi spiego, non faccio parte del Comitato Tecnico Scientifico, ma mi aspetto che il Comitato Tecnico Scientifico dica la verità agli italiani: uscite tranquillamente, riprendete a vivere, andate al ristorante, andate in banca, andate in vacanza. Se entrate in un locale chiuso, mettete la mascherina, ma continuate a vivere più di prima. Altrimenti la società non parte e Conte tra due anni, se c’è ancora, dovrà chiederne 800 di miliardi», ha concluso seccato il primario del San Raffaele di Milano.

L’intervista all’Huffington Post: «Se mi danno del superficiale o incauto, rimando questi epiteti al mittente»

Il medico di fiducia di Berlusconi, già in un’intervista all’Huffington Post qualche settimana fa, aveva difeso la sua posizione: «C’è malizia nel modo in cui sono state accolte le mie parole, nessuno di noi ha detto che bisogna abbassare la guardia, anzi io sono stato il primo, il 18 aprile, a dire che dovremo imparare a convivere con il virus. Questo però “non vuole dire esserne terrorizzati”», aveva dichiarato Alberto Zangrillo. A proposito delle critiche ricevute il professore aveva detto: «Se mi danno del superficiale o incauto, rimando questi epiteti al mittente». E ancora: «Fare il medico significa anche preoccuparsi per quei due terzi di italiani che non stanno socializzando e sono divisi a metà: ci sono quelli ricchi che stanno a Sankt Moritz, Cortina o a Forte dei Marmi nelle seconde case a fare l’homeworking e poi l’altra metà bloccata in casa a Lorenteggio, o in qualche altro quartiere periferico, impaurito e senza aria condizionata perché qualcuno gli ha detto che se esce muore». leggi anche l’articolo —> Alberto Zangrillo: «Niente scuola né aereo? Equivale a dire che siamo un popolo di imbecilli»