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Anna Corona, la vicina di casa lo rivela solo adesso: «Quella notte ho sentito il rumore del portone che si chiudeva»

22/06/2021 09:02 - Aggiornamento 22/06/2021 09:14

Anna Corona oggi: La vita in diretta intervista Giacoma Pisciotta, la vicina di casa di Anna Corona all’epoca della scomparsa di Denise Pipitone. La donna ha rivelato davanti le telecamere del programma di Rai 1 un particolare totalmente inedito. Mai in questi 17 anni di mistero la signora aveva fatto sapere che udì il rumore del portone di ingresso che si chiudeva. Era la notte del 1° o del 2 settembre? La Pisciotta oggi dice di non ricordare con precisione.

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Giacoma Pisciotta vicina di casa di Anna Corona

 

«All’una ho sentito il rumore del portone che si chiudeva»: la vicina di Anna Corona lo rivela solo oggi

L’abitazione è quella di via Pirandello n°55 a Mazara del Vallo. Da lì sono ripartire le nuove indagini sulla scomparsa di Denise. La Procura di Marsala che ha aperto un nuovo fascicolo di inchiesta, infatti, il 4 maggio scorso ha fatto ispezionare a fondo la casa, oggi disabitata, dove nel 2004 abitava la ex moglie di Pietro Pulizzi, padre biologico della piccola Denise. Si riparte dal vecchio, quindi, e si scandaglia la pista della famiglia, ritenuta quella più plausibile dagli inquirenti.

Ma quali sono state le parole esatte della Pisciotta? La signora Giacoma quando l’inviata della trasmissione le ha chiesto di ricostruire i fatti in oggetto, ha riferito di essere solita andare a dormire intorno alla mezzanotte. Quella notte sentì intorno all’una il portoncino di ingresso chiudersi. Qualcuno potrebbe essere entrato o uscito nel cuore della notte.

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Queste le sue parole:

«Ho sentito un rumore di chiudere la porta di fuori. Come qualcuno che se ne andasse. Io vado a letto verso mezzanotte, e quindi ero ancora in dormiveglia … saranno state le due, l’una … non glielo so dire. Io non ero sicura se era giorno 1° settembre o giorno 2».

Francesca Adamo ex collega di Anna Corona

Il perché dell’attenzione rivolta a questo determinante particolare è dato dal fatto che all’epoca delle indagini non fu mai possibile accertare e ricostruire gli spostamenti di Anna Corona nelle ore successive alla scomparsa di Denise Pipitone. Sappiamo inoltre che il suo alibi fu granitico solo per 6 anni. Iniziò ad indebolirsi durate il processo a carico di sua figlia Jessica, quando la collega della Corona, Francesca Adamo, rivelò di avere falsificato su sua richiesta il registro con l’orario d’uscita (15:30). In realtà di Anna Corona, presso l’hotel Ruggero II in cui lavorava all’epoca, si perse ogni traccia nei minuti successivi alle ore 12. Persiste quindi un buco temporale che va dalle 12 alle 15:30 del 1° settembre 2004 circa la ricostruzione del suo alibi.

La firma di Anna Corona falsificata da Francesca Adamo

 

Circostanza che di recente si è arricchita di ulteriori particolari in quanto Francesca Adamo proprio ai microfoni di La vita in diretta si è contraddetta rispetto a quanto dichiarato in aula a processo: non falsificò l’orario di uscita. Lei avrebbe addirittura firmato il registro al posto di Anna Corona su richiesta della donna, per fare “un favore ad un’amica” dalla quale oggi prende le distanze definendola solo “una collega di lavoro”. (Continua a leggere dopo la foto)

I “viaggi” del cellulare di Anna Corona dopo la scomparsa di Denise

Le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone non hanno mai saputo spiegare il perché degli strani movimenti fatti dal cellulare di Anna Corona, già sotto intercettazione, subito dopo la scomparsa della bimba.

Dalle ore 21:27 del 1° settembre 2004 alle ore 6:37 dell’indomani, sempre irraggiungibile. Quel telefono si spostò tra Carini, Trapani, San Vito Lo Capo, per poi fare ritorno a Mazara. In quei luoghi secondo il consulente della parte civile Cusani, la Corona spense il telefono o si portò fuori copertura rete e tornò a Mazara avendo con sé il cellulare inattivo. Un’utenza in viaggio, quella della donna, più volte. Non solo la mattina del 2 settembre 2004, ma anche durante il corso della giornata e nei giorni successivi. Era lei a spostarsi con quel telefonino o il dispositivo era in mano a qualcun altro? Ancora oggi questo è un interrogativo senza risposta.

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Secondo il consulente di Piera Maggio la Corona avrebbe viaggiato con il cellulare spento fuori dall’area di Mazara. Dati contestati dal consulente dell’accusa, Genchi, e da quello dell’imputata, Andrisano, che li definirono “inattendibili”. A processo mai si riuscì a dimostrare che insieme al cellulare si spostò anche Anna Corona. Si parlò di possibile guasto nel funzionamento delle celle. Potrebbe interessarti anche —> Tutte le bugie di Gaspare Ghaleb, fidanzato di Jessica: quel giorno «Ho dormito fino alle 13», ma era vicino casa di Denise