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Anticorpi monoclonali, lo Stato scommette sulla cura senese: già stanziati 50 milioni di euro

15/09/2020 17:10

Su ‘Quotidiano Nazionale’ l’articolo di Pino Di Biasio dedicato ad un nuovo farmaco contro il Coronavirus a favore del quale il governo avrebbe già stanziato 50 milioni di euro. Tra i primi interessati il ministro della salute Speranza. Durante una visita a Siena questi al ‘Toscana Life Sciences’ era rimasto colpito dal laboratorio sugli anticorpi monoclonali, cooordinato da Rino Rappuoli, il pioniere mondiale dei vaccini e Chief Scientist di Gsk. «È la nostra speranza di cura. I dati della ricerca sono interessanti, ci sarà ancora molto da lavorare, molto da verificare, però apriamo una strada per provare ad avere cure certe, sicure, che possano portarci ad un risultato positivo rispetto a questa sfida drammatica», aveva detto il politico di ‘Liberi e Uguali’. E ancora: «Io provo un grande orgoglio per quello che viene fatto qui dai nostri ricercatori e scienziati».

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anticorpi monoclonali

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Attirato dalla cura senese ora pare sia anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid e ad di Invitalia Domenico Arcuri. Il funzionario sembra sia predisposto a seguire questo farmaco, che potrebbe fermare la pandemia e guarire le persone già malate. Bisognerà trovare un nome più accattivante, Monoclonal Antibody non è uno slogan ad effetto, ma quel che conta è che Arcuri, sulla stessa linea del ministro Speranza, abbia fiducia nella cura. «Sosterremo la ricerca di Reithera di un vaccino promettente e il lavoro di ‘Toscana Life Sciences’, che è leader nello sviluppo degli anticorpi monoclonali», ha detto il commissario e dirigente d’azienda. E c’è da aggiungere oggi, novità importante, ci sono i soldi. Nel decreto di agosto ci sono 380 milioni di euro, 80 dei quali subito, per finanziare industrie e ricerche private che siano all’avanguardia nella lotta al Coronavirus. Come scrive Di Biasio nel suo articolo «gli anticorpi di Toscana Life Sciences e del team di Rappuoli sono il progetto che avrà la fetta più consistente». 

anticorpi monoclonali

Arcuri: «Sosterremo la ricerca di Reithera di un vaccino promettente e il lavoro di ‘Toscana Life Sciences’»

«I test cominceranno a gennaio, siamo già nella prima fase industriale», aveva annunciato lo Chief Scientist di Gsk. Ora bisognerà premere sull’acceleratore: la ricerca di Rappuoli ha già superato la fase di laboratorio e ora è dirottata in quella di stabilimento. In sostanza tra i tre anticorpi  selezionati negli ospedali toscani e allo Spallanzani se ne sceglierà uno. Quest’ultimo sarà tramutato in un farmaco da iniettare e successivamente da clonare per essere distribuito in migliaia di dosi negli stabilimenti Menarini a Pomezia. Proprio a quest’operazione serviranno i soldi del governo. Prodotte le prime dosi il cammino non sarà però così in discesa: fatti i test clinici bisognerà iniettare gli anticorpi su volontari sani; in seguito sarà necessario testarlo su operatori sanitari e infine su un campione di pazienti contagiati da Covid. A metà del 2021 dovrebbe arrivare anche l’autorizzazione di Aifa che consentirà la produzione su ampia scala. Leggi anche l’articolo —> Coronavirus, bollettino del 14 settembre: 1.008 nuovi contagi, terzo calo consecutivo