Vaccino AstraZeneca trombosi: c’è davvero un legame? L’Ema (Agenzia europea per i medicinali) sta svolgendo da settimane numerose ricerche per capire se c’è un nesso tra l’iniezione del vaccino AstraZeneca e la trombosi. Recenti sviluppi hanno portato a galla nuove scoperte: il vaccino è correlato ai rari casi di trombosi. Per l’Ema però rimane ancora incerto se la causa sia il vettore. In Europa molti paesi hanno già preso delle precauzioni. Ma adesso anche l’Italia sta valutando di mettere un limite di età per la somministrazione del siero. Infatti il ministro della Salute Roberto Speranza starebbe ragionando intorno all’ipotesi di uno stop alla vaccinazione con AstraZeneca per gli under 50.
AstraZeneca trombosi: c’è un nesso, l’Europa corre ai rimedi
“Secondo me ormai possiamo dirlo, è chiaro che c’è un’associazione con il vaccino. Cosa causi questa reazione, però, ancora non lo sappiamo”. Ha dichiarato al Messaggero Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini di Ema. “I casi sono estremamente rari e il rapporto rischi-benefici è sempre a favore dei vaccini. Ma ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto fra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine”.
L’Europa continua a sollevare dubbi riguardo al siero AstraZeneca. La Germania ha bloccato le somministrazioni agli over 60. L’Olanda ha fatto di più: ha fermato tutte le iniezioni in attesa di chiarimenti. La Slovenia tentenna e la Francia, per precauzione, ha deciso di somministrare il vaccino solo agli under 55. Tra i 61 casi di trombosi cerebrali avvenuti in Europa su persone che si erano vaccinate da poco, la maggior parte riguarda infatti una fascia di età compresa fra i 18 e i 49 anni.
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AstraZeneca trombosi sintomi, a rischio gli under 50
La combinazione estremamente insolita di sintomi, ossia coaguli di sangue diffusi e una bassa conta piastrinica, a volte associata a sanguinamento, è stata finora segnalata da almeno sette paesi. Le società mediche di tutto il mondo hanno avvertito i membri di prestare attenzione al disturbo della coagulazione nei soggetti vaccinati e di segnalarlo. Le stime di incidenza vanno da una persona su 25.000 a cui è stato somministrato il vaccino AstraZeneca in Norvegia ad almeno una su 87.000 in Germania. In un articolo di Science viene spiegato che fino ad oggi hanno ricevuto il vaccino in Europa soprattutto i più giovani. Insegnanti e operatori sanitari hanno effettuato il vaccino e di questi, la maggior parte sono donne.
Nell’intervista al Messaggero Cavaleri ha sottolineato che infatti sono le donne giovani a patire gli effetti collaterali di AstraZeneca. “Le giovani donne, spesso protagoniste dei casi di trombosi, patiscono meno l’effetto del Covid, dovremo valutare dunque il rapporto rischi-benefici per loro”. Perché i rari casi riguardano soprattutto le donne sotto i 50 anni, “anche se ci sono stati casi anche tra i 50 e i 60 e ci sono anche uomini, circa il 20 per cento. Età media attorno ai 45-47 anni”. “In molti si aspettano che Ema risolva la questione per tutti, ma non è così semplice. Sicuramente le informazioni del prodotto verranno aggiornate, affermando che gli eventi avversi sono legati al vaccino. Sarà dichiarato in modo chiaro”. Durante la riunione di oggi il ministro Roberto Speranza e i suoi valuteranno come procedere con il vaccino AstraZeneca. L’ipotesi più probabile è quella di seguire la linea europea e stabilire dei limiti sull’età di somministrazione.>>Tutte le notizie