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Perché il piano vaccini a Pasqua e Pasquetta è stato “un flop”: cosa non ha funzionato

06/04/2021 09:30 - Aggiornamento 06/04/2021 09:36

Figliuolo piano vaccini – Martedì 6 aprile 2021. Tra gli intenti del commissario straordinario per l’emergenza mezzo milione di immunizzazioni al giorno. Purtroppo però quel numero non si è raggiunto complessivamente nemmeno nei tre giorni di festa. Altro che accelerazione, la campagna vaccinale procede a rilento soprattutto per quanto concerne le somministrazioni agli anziani. Cosa non sta funzionando? Analizziamo le criticità punto per punto.

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Figliuolo piano vaccini a Pasqua e Pasquetta “un flop”: cosa non ha funzionato

Secondo i dati resi noti dal Commissariato all’emergenza, riportati da “Today”, che non si trattiene dal definire il piano di vaccinazione di massa di Pasqua “un grande flop”, 211mila le inoculazioni fatte sabato,  92mila domenica e 124 mila (dato ancora parziale) quelle somministrate lunedì. In sostanza in Italia ci sono finora quasi 3 milioni e mezzo di immunizzati totali (il 6,8% della popolazione over 16).  Tra gli ultrasettantenni appena l’11% ha ricevuto la prima dose. Soltanto l’1,87% dei più fragili ha avuto anche il richiamo. Probabilmente ha ragione il virologo Roberto Burioni che sul suo profilo Twitter ha scritto: «Ho dato per scontato – sbagliandomi di grosso – che tutti sapessero che il virus non osserva le feste comandate». Nelle 72 ore che vanno da sabato a lunedì (con i risultati di ieri ancora parziale) il totale di dosi somministrate è pari a 500mila, vale a dire quanto il governo Draghi auspicava di fare in un solo giorno.

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Il caso AstraZeneca

Cosa non ha funzionato? Le principali problematiche sono tre: la mancanza di dosi, la difficoltà degli operatori sanitari di organizzarsi per recarsi a domicilio a vaccinare gli over 80 e infine il caso AstraZeneca. “Repubblica” spiega infatti che il 96% delle fiale Pfizer-BioNTech è stata somministrata, mentre solo il 54% di quelle di AstraZeneca è stata inoculata. La gente continua ad essere scettica sul vaccino anglo svedese, che alcuni paesi dell’Unione Europea hanno addirittura sospeso per ulteriori verifiche. C’è da dire però che l’Italia non sta facendo peggio di altri, fatta eccezione per la Gran Bretagna.

Secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit), «arrivare il prima possibile a 20 milioni di vaccinati sarà una prima svolta importante in termini di riduzione dei nuovi casi». Davide Tosi dell’Università degli studi dell’Insubria ha specificato che «per ridurre sostanzialmente i contagi ci vorrebbe il 45-50% della popolazione vaccinata anche con una sola dose. A questi ritmi però avremo una percentuale sufficiente di vaccinati solo all’inizio del prossimo anno». Non proprio qualche miglio dalla fine della pandemia, come auspicava Speranza: la lotta al Coronavirus è ancora lunga. Leggi l’articolo —> Incontro di Draghi con le Regioni per valutare apertura delle attività già dal 20 aprile

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