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Berlusconi al Quirinale: Conte si mette per traverso e apre a Draghi, ma è rischio schianto

01/11/2021 15:35 - Aggiornamento 01/11/2021 16:04

Una credibilità quella di Mario Draghi costruita negli anni, messa in cassaforte quand’era dirigente della Banca centrale Europea. E lo si è visto chiaramente al G20 di Roma appena concluso: il presidente del Consiglio da abile «tessitore» (come lo ha definito Tommaso Ciriaco su «Repubblica») è riuscito a portare a casa la «vittoria del multilateralismo». E non era affatto scontato: Draghi, che gode di una stima internazionale invidiabile, ha saputo far dialogare sul clima Cina e Stati Uniti, coinvolgendo anche India e Russia. «È un successo nel senso che manteniamo vivi i nostri sogni. Ora dipenderà tutto dalle nostre azioni», le parole del presidente del consiglio alla conferenza stampa finale. E mentre si aprono i lavori della CoP26 a Glasgow, con Draghi volato da Boris Johnson, in Italia si ragiona su un’altra “calda” partita. Sul fronte interno. La nomina al Colle, il post Sergio Mattarella. Quella che sembrava una fioca voce, nelle ultime settimane, è diventata sempre più forte: Silvio Berlusconi al Quirinale. C’è però chi non ha esitato nel week end a «guastare» la festa al leader di Forza Italia: da Romano Prodi a Giuseppe Conte. Quest’ultimo, per sbarrare la strada al centrodestra e risollevare le sorti del M5s, avrebbe messo a punto una strategia inattesa, ma non priva di rischi.

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Berlusconi al Quirinale: Conte si mette per traverso e apre a Draghi, ma è rischio schianto

Per l’elezione a presidente della Repubblica «io non avrei i voti neanche a pensarci. Berlusconi pensa di averli… Io l’anno prossimo ho 83 anni, più sette fa 90, mi sembra un attentato alla Provvidenza. Lui ne ha molti di più, si vede che ha una Provvidenza diversa». A dirlo Romano Prodi, ospite al programma «Che tempo che fa» su Rai3. La sfida con il cavaliere per il Quirinale Prodi non se la augura «neanche per sogno». Sul voto per il Ddl Zan Berlusconi «si è appiattito. In questa fase storica non può fare altro… Se vuole andare al Quirinale, bisogna pure che parta da una base condivisa. Non si può permettere di litigare con Fdi e con la Lega. Il suo comportamento è razionale», le parole del fondatore dell’Ulivo. L’ex premier non ha risparmiato una stoccata anche al leader del Pd Enrico Letta: «Se uno vuole riformare quei piccoli aspetti della legge su cui si discuteva, bisognava andare caso per caso e si trova l’accordo». Prodi ha tuonato: «La tagliola? Col voto segreto si voleva creare ‘l’incidente’ e l’incidente c’è stato». 

Berlusconi Quirinale

Esecutivo di transizione guidato da Daniele Franco, strada percorribile? Il piano del leader del M5s

Sulla possibilità di Berlusconi al Quirinale si espresso anche il capo del M5s Giuseppe Conte, che stroncando le aspirazioni del Cavaliere, ha aperto all’attuale premier. Una mossa a sorpresa? «È prematuro, ma non possiamo escludere Draghi al Colle, quindi lavoreremo per trovare il candidato migliore e lui rientra in questa descrizione», ha detto Conte. Questi è tornato all’idea originaria, quella auspicata all’indomani delle amministrative addirittura da Giorgia Meloni di Fratelli di Italia. A differenza di quest’ultima però Conte non vorrebbe il voto anticipato, tant’è che nel caso di passaggio di Draghi al Colle potrebbe andar bene, secondo lui, anche un esecutivo di transizione guidato da Daniele Franco, il quale dovrebbe “vigilare” sulla spesa dei fondi del Recovery fino alla scadenza naturale della legislatura. «Dobbiamo spingere al 6% di Pil, dobbiamo continuare ad attuare il Pnrr e l’avvio iniziale è fondamentale: in tutto questo, pensare di eleggere un presidente e un attimo dopo andare a votare, chiunque sia, non è nell’ordine delle cose», ha spiegato l’ex presidente del consiglio. Ed è quello di Conte un ragionamento che pare tenere conto delle recenti dichiarazioni di Pierluigi Bersani, che ha commentato così la tagliola sul Ddl Zan: «Temo che quella di Palazzo Madama sia una prova generale per il quarto scrutinio per il Quirinale». Una considerazione amara che trae frutto da un’esperienza diretta: nel 2013 infatti i franchi tiratori stroncarono le aspirazioni di Prodi di andare al Colle.

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Conte spinge per Draghi al Colle: la strategia insidiosa per contenere il centrodestra

Anche se al momento nel Pd la candidatura di Draghi al Colle non appare tra le priorità. «Non è nell’interesse dell’Italia», ha dichiarato Enrico Letta. Probabilmente perché i dem hanno altre carte da giocare: dal ministro della Cultura Dario Franceschini (con cui l’ex dirigente della Bce ha avuto più di qualche scontro) a Paolo Gentiloni, che è Commissario europeo per gli affari economici e monetari nel team von der Leyen. Ed è una tesi questa che troverebbe conferma in un’indiscrezione che arriva diritta dalla Lega: «Al momento l’elezione di Draghi al Quirinale ha più oppositori che fautori. Soprattutto a sinistra», la frase rubata di Giancarlo Giorgetti ad un amico.

conte draghi Quirinale

Berlusconi al Colle dopo Mattarella: sogno o realtà?

Ma lo scenario auspicato da Giuseppe Conte, che è stato defenestrato dallo stesso Mario Draghi, potrebbe non essere così fuori dalla realtà. Per contenere il centrodestra il capo del M5s avrebbe aperto all’ex numero uno dell’Eurotower, che non sarebbe così “atermico” sull’argomento. Giuseppe Pipitone su «Il Fatto Quotidiano» scrive: “L’elezione di Draghi sarebbe ‘l’operazione Carlo Azeglio’. Che dal punto di vista di Conte avrebbe un triplice vantaggio: far uscire l’asse tra dem e 5 stelle dall’impasse di una partita che oggi appare persa, sbarrare la strada a Berlusconi, trasformare i voti dei renziani da fondamentali a inutili”. Perché un fatto solo è certo i 43 voti che ha Italia viva si riveleranno fondamentali per scegliere il nuovo presidente della Repubblica. E potrebbe mai Matteo Renzi chiudere le porte del Quirinale a Mario Draghi?

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Berlusconi o Draghi al Quirinale? Decisiva Italia Viva

Chiaro, Conte vuole muoversi con largo anticipo, bruciando tutti sui tempi. Come dicevamo però è una strada tutt’altro che in discesa. Domenico Di Sanzo su «Il Giornale» spiega che nel MoVimento tira una ‘brutta’ aria: “Nei gruppi del M5s l’atmosfera è bollente. Quaranta-50 deputati e senatori vogliono lasciare il vascello contiano. Ma non prima dello showdown del Quirinale. Stufi di essere trattati come “pigiabottoni'”. Proprio questi grillini scontenti potrebbero tradire la linea tracciata dalla guida Giuseppe Conte. Sempre, beninteso, che Draghi voglia lasciare Palazzo Chigi. Leggi anche l’articolo —> G20 Roma, Draghi: «Abbiamo riempito di sostanza le parole»

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