“Berlusconi vuole il Quirinale: mi do il 10-15% di possibilità”. Il retroscena clamoroso (ma forse neppure troppo) arriva da “Il Corriere della Sera”, che illustra le prossime mosse del Cavaliere ben intenzionato ad agguantare il Colle. La prossima settimana il leader di Forza Italia dovrebbe tornare a Roma «per riprendere i contatti diretti con il mondo politico» e «per capire se il suo sogno può diventare realtà», come scrive Francesco Verderami. «Le uniche sfide che mi piacciono sono quelle impossibili», queste le parole dell’ex premier, per il quale la corsa per occupare la più alta carica dello Stato potrebbe essere quasi «terapeutica».
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Berlusconi sogna il Quirinale: «Mi do il 10-15% di possibilità», lo “schema” per il Colle
“Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire”. La massima di Paulo Coelho è oggi un imperativo per Silvio Berlusconi, che anela diventare presidente della Repubblica, scalzando Mario Draghi, che resterebbe dunque premier fino alla fine della legislatura. Il Cavaliere avrebbe fatto i calcoli: dalla sua avrebbe già 476 grandi elettori, tanti, ma comunque insufficienti per raggiungere la maggioranza assoluta fissata a quota 505. Per questo motivo, come spiega Verderami, “ha messo all’opera i suoi sherpa, sguinzagliati tra le file dei grillini alla ricerca di un nuovo personale centro di gravità”. Ed è inevitabile non fare il paragone con Giulio Andreotti che tentò il tutto per tutto nel ’92 per coronare la sua carriera politica con il Colle. Il divo mostrava una lista di nomi scritti a macchina: «Sono i parlamentari comunisti che voteranno per me». Ma sappiamo tutti come andò a finire. Avrà Berlusconi più fortuna? L’abilità del leader di FI sta nella capacità di mantenere vivi e cordiali i rapporti, lo sappiamo: Verderami fa un esempio che vale per tutti. A Natale il Cavaliere ha regalato a Conte un dipinto della sua pinacoteca. E tra lui e l’avvocato del popolo ci sarebbe sintonia.
“Ritiene che alla prima chiamata per l’elezione del capo dello Stato, quando serviranno i due terzi dei voti, ci potrà essere solo Draghi…”
Resterebbe l’incognita Renzi, con cui i rapporti sono sempre stati altalenanti. Il Cavaliere sa di poter contare relativamente anche su Salvini: “Alcuni sostengono che lo abbia circuito, che insieme ad altri lo stia usando, e che infine lo bruceranno. Se pure fosse, di questo gioco il Cavaliere si fa gioco, almeno così mostra, come stesse interpretando le pagine di un romanzo pirandelliano: ‘Dissi a mio padre che sarei arrivato a fare il presidente della Repubblica’”, scrive il giornalista sul “Corriere”. Berlusconi si è fatto una sua idea: “Ritiene che alla prima chiamata per l’elezione del capo dello Stato, quando serviranno i due terzi dei voti, ci potrà essere solo Draghi. ‘Ma oggi mi riferiscono che non sia sostituibile al governo del Paese’». L’establishment, gli dicono, spingerebbe per la Cartabia «ma Salvini non la voterebbe». Perciò se si arrivasse senza esiti alla quarta chiamata, basterebbe «solo» la maggioranza assoluta. A quel punto lui potrebbe (ri)scendere in campo, magari per sfidare in un ultimo duello l’eterno rivale dell’era bipolare: Prodi”, svela Verderami, chiarendo lo schema che si è prefigurato l’imprenditore. Leggi anche l’articolo —> Altra “grana” per Draghi: urgente rimediare al “disastro” diplomatico di Di Maio negli Emirati
Berlusconi al Quirinale: il retroscena del “Corriere”
Riuscirà Berlusconi nel suo intento? All’alba dei suoi 84 anni il leader degli Azzurri strizza l’occhio e ci pensa sul serio: «Il mio sogno è venire qui, non stare lì», ossia a Palazzo Chigi, disse a Diniche, suo ministro dell’Economia, nell’anno della discesa in campo. D’altronde l’ex premier può far leva anche sui suoi contatti internazionali: da Putin a Bush. Avrebbe voluto sentire anche Biden durante il suo viaggio in Europa, facendosi bello agli occhi del neo eletto presidente Usa. E, gli intimi del Cavaliere, sanno che per lui l’ultimo tentativo è sempre il penultimo. Varrà anche stavolta? Leggi anche l’articolo —> Salvini e l’irruzione dalla finestra di Prodi: il siparietto che “fa arrabbiare” Berlusconi