Vai al contenuto

“Lo uccidiamo e buttiamo nell’immondizia”: blitz dei Carabinieri a Bagheria sventa l’omicidio di un ragazzo

17/09/2021 12:05

Lo facciamo chiamare, lo portiamo in campagna e lo scanniamo come un vitello“. Era questo il piano dei tre uomini arrestati grazie al blitz dei Carabinieri avvenuto a Bagheria, dove il nuovo boss aveva annunciato la condanna a morte di Filippo Tripoli, il ragazzo che non voleva accettare le regole imposte dal capomafia. Una posizione, tra l’altro, che gli era già costata un trauma cranico e una frattura alla mano.

blitz Bagheria

Bagheria blitz, arrestate tre persone

A pochi giorni di distanza dall’operazione antimafia Persefone i militari dell’Arma hanno eseguito una nuova ordinanza del gip che ha disposto il fermo di altre tre persone indagate per lesioni personali aggravate dal metodo mafioso. Si tratta dei due autori della violenza nei confronti di Filippo Tripoli e del complice che avrebbe fatto da “palo”: Nicolò Cannata, 25 anni, Emanuele D’Apolito (28) e Ivan Salerno (30). L’episodio è avvenuto lo scorso 19 agosto, su ordine di Massimiliano Ficano, il capomafia. E non si doveva concludere qui: l’obiettivo, infatti, era quello di uccidere il ragazzo siciliano.

Filippo Tripoli, durante le indagini, è stato definito “apparentemente estraneo al sodalizio”, hanno spiegato dal Comando provinciale dell’Arma. Ad agosto era stato “selvaggiamente picchiato, riportando un trauma cranico e delle ferite alla mano, da persone armate di cazzottiere quale avvertimento per alcuni comportamenti”. Stando alle ricostruzioni, Tripoli era una “testa calda”, e aveva già creato molto scompiglio in Paese. Proprio per questo era finito nel mirino dell’organizzazione criminale.

ARTICOLO | Arrestata la sorella di Ornella Muti: 3 litri di “droga dello stupro” a casa di Claudia Rivelli

ARTICOLO | Novara, 35enne in monopattino investito da un’auto

carabinieri

Blitz Bagheria, un omicidio sventato

Volevano ucciderlo perché si rifiutava di seguire le regole imposte dal clan. Filippo Tripoli lo sapeva, e per questo era pronto a farsi giustizia anche da solo: si era armato di un’accetta, che i militari hanno scoperto durante una perquisizione in casa sua. Inoltre, affermava di voler incendiare il nuovo locale di proprietà del capomafia Ficano, altro motivo per il quale avevano deciso di farlo fuori. E avevano già in mente come farlo: “Lo prendiamo, o lo lasciamo lù, o lo prendiamo e lo buttiamo in un cassonetto di immondizia… ci dobbiamo organizzare questa volta bene… che dobbiamo fare le cose perfette”. Il blitz, però, dovrebbe ormai aver sventato l’omicidio. >> Tutte le notizie di UrbanPost

Continua a leggere su UrbanPost