Caso Regeni. Sull’uccisione del ricercatore friuliano Giulio Regeni ”fare finta che non sia successo nulla è l’epitaffio sulla tomba dell’Italia sul fronte dei diritti civili”. Lo ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, intervenendo ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
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Caso Regeni, Noury (Amnesty): “I vari governi italiani se ne sono lavati le mani e hanno continuato a fare affari con l’Egitto”
”La Procura di Roma ha fatto il suo dovere, la procura egiziana per niente – ha affermato Noury -. I vari governi italiani se ne sono lavati le mani e hanno preferito continuare fare affari con l’Egitto. Ora avremo un processo con 4 imputati che però molto probabilmente saranno assenti. Gli affari economici, i dossier che vedono l’Italia di comune accordo con l’Egitto, vengono considerati priorità e anche la richiesta di ritirare l’ambasciatore è vista con terrore”.
Nonostante l’assenza di collaborazione da parte dell’Egitto, accogliamo con favore la notizia del processo che si terrà in Italia contro i quattro imputati appartenenti all’NSA
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) December 11, 2020
”Quando ci sarà una sentenza che attesterà che Giulio Regeni è stato torturato e ucciso da funzionari del governo egiziano, l’Italia avrà una reputazione compromessa a livello internazionale perché continuerà a fare affari con quel Paese. Vorrei che ci fosse un sussulto di politica etica, lo si deve alla famiglia, alla giustizia e alla reputazione di questo Paese. Far finta che non sia successo nulla sarebbe l’epitaffio sulla tomba dell’Italia sul fronte dei diritti civili”, ha aggiunto Noury. >> Le notizie di attualità