Anche se il Recovery Plan è pronto per essere spedito, non sono finite le discussioni a Palazzo Chigi. Ci sono ancora molte cose da sistemare, in particolare due temi scaldano tutt’ora gli animi: uno è la cancellazione delle cartelle esattoriali, e l’altro sono alcune concessioni come quelle delle spiagge e del commercio ambulante. Praticamente, si può dire che il pacchetto di riforme da presentare all’Unione europea sia stato solo il primo step per il Premier Mario Draghi, che ora deve mettere a posto altre questioni, mentre affronta le resistenze dei partiti.
Concessioni spiagge, commercio ambulante e cartelle esattoriali
Il fatto che l’Italia sia riuscita a presentare il Recovery Plan all’Unione europea entro i limiti temporali prestabiliti già lo si può considerare un successo. Non è stata ovviamente la prima: ieri, infatti, lo avevano già spedito Francia, Germania, Grecia, Portogallo e Slovacchia. Ma l’importante era rispettare i tempi, e anche il nostro Paese l’ha fatto. Ora le istituzioni comunitarie hanno due mesi per analizzare i piani nazionali, e se allo scadere ci sarà stata la ratifica parlamentare di tutti i Paesi membri, allora il 18 giugno arriverà il via libera da parte dei ministri finanziari. Il che, tradotto, significa che entro l’autunno arriveranno i primi fondi. Se guardiamo in casa Italia, per il 2021 dovrebbero essere fino a 25 miliardi. Qualche dubbio, però, ancora c’è.
Dal Recovery Plan il Premier Draghi e i suoi hanno deciso di cancellare la riforma su alcune concessioni come quelle delle spiagge e del commercio ambulante. Un tema, questo, su cui sembrano non riuscire a trovare un accordo. Da una parte, infatti, Bruxelles pressa per far rispettare la direttiva Bolkenstein, dall’altra i partiti sono piuttosto contrari. Già il governo Conte, con la proroga al 2033, si è guadagnato una procedura di infrazione della Commissione per la violazione della stessa direttiva. Ma il fatto è questo: i partiti sono dalla parte di chi una concessione ce l’ha. Perciò trovare un accordo che vada in senso contrario sembra piuttosto difficile. Bisogna capire, tuttavia, che carte vuole giocare Bruxelles. Perchè potrebbe decidere di porre formalmente la questione durante la rilettura dei piani. E questo sarebbe un problema.
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Concessioni spiagge, cartelle esattoriali e gli altri temi sul tavolo del Premier Draghi
Proprio per scongiurare ogni evenienza, a Palazzo Chigi il team di Mario Draghi sta già preparando una norma ponte, che faccia guadagnare tempo e placare gli animi. Ma sulla scrivania del presidente del Consiglio c’è anche tanto altro: si parla di un decreto per istituire una cabina di regia a Palazzo Chigi, di uno per introdurre forti semplificazioni negli appalti, di un altro per le assunzioni di personale qualificato. C’è la questione delle cartelle esattoriali, che ha fatto parecchio discutere con i partiti, divisi su due fronti. Da un lato si sono infatti posizionati Lega e Movimento 5 Stelle, per un momento di nuovo alleati, stretti per confermare il rinvio senza discussioni.
Dall’altro, invece, c’è il Partito Democratico, che al contrario chiede di programmare la ripresa delle attività di riscossione. Anche perchè stiamo parlando di circa 1 miliardo di minori entrate per il 2021. In ogni caso, al momento il compromesso più probabile a cui sono arrivati è un altro mese di blocco. Al 1 giugno, poi, si tornerà alle vecchie regole.
E poi ci sono le Regioni, che dopo la batosta del coprifuoco sono sul piede di guerra. Anche ieri hanno fatto rilievi sulla composizione del fondo parallelo al Recovery Plan da 30 miliardi. Tanto che il Presidente Draghi ha dovuto sospendere il Consiglio e far convocare dal ministro per gli Affari regionali Gelmini una riunione con il Consiglio delle Regioni. E dopo un pomeriggio estenuante, Palazzo Chigi ha fatto arrivare la conferma a una serie di nuove spese. Tra gli altri, sono stati inseriti fondi per la “riqualificazione di edilizia residenziale pubblica”, “tecnologie digitali ed economia spaziale”, “aree terremotate”, autobus, treni, navi, padiglioni penitenziari e “floricoltura e vivaismo”. Tutte iniziative non comprese dal Recovery Plan.
Infine, il ministro delle Infrastrutture è riuscito a guadagnarsi 10 miliardi per il finanziamento dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, e il completamento della Torino-Venezia nel tratto Brescia-Vicenza-Padova. Una vera conquista: “E’ una decisione storica“, ha infatti commentato Giovannini. >> Tutte le notizie di UrbanPost