«Torniamo a vedere nei reparti pazienti anziani colpiti da Sars-CoV-2. Questo perché sono quelli più fragili e perché il virus può far precipitare situazioni preesistenti, ovvero soggetti con diabete, cardiopatie, problemi respiratori, chi segue multi-terapie. In persone in là con gli anni la patologia ha un impatto diverso», così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. «La malattia oggi ha un mortalità decisamente più bassa, 0,4-0,6%, e nel 99,6% dei casi si guarisce», ha sottolineato l’esperto, noto per le sue posizioni “antiallarmiste”, a detta di molti ‘negazioniste’, sul Coronavirus.
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Coronavirus, Bassetti: «Torniamo a vedere anziani in reparto, ma 99,6% dei casi guarisce»
«C’è stato un lieve rialzo dell’età media dei positivi dovuta all’effetto delle vacanze: sono i giovani che si sono spostati di più e per questo sono stati più esposti al virus», ha affermato l’infettivologo. «Ad essere mutata è esclusivamente l’età dei contagiati e non dei pazienti. Io ricovero solo ultra 80enni con, fortunatamente, una situazione clinica diversa da quella di marzo-aprile e non ho decessi da tempo», ha voluto rimarcare Bassetti. «È vero il mare si sta agitando, ma su 40mila contagi solo il 5% ha bisogno di cure. Nei mesi caldi dell’emergenza avevamo picchi di 25-30% dei positivi che necessitava di cure in terapia intensiva», ha aggiunto il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, spiegandone la ragione: «Facciamo più tamponi. Poi è ormai chiaro che la letalità del virus si è ridotta».
«Credo che con questo virus conviveremo per i prossimi anni. Quello che cambierà sarà la modalità di convivenza»
Qualche giorno fa su in un post su Facebook Matteo Bassetti ha detto di non essere d’accordo con il ministro della salute Roberto Speranza «quando dice che tra 6 mesi saremo fuori dal problema Covid»: «In sei mesi avremo il vaccino, ma non ne saremo fuori. Credo che con questo virus conviveremo per i prossimi anni. Quello che cambierà sarà la modalità di convivenza: non più da stato di guerra perenne e di emergenza sanitaria, ma come abbiamo sempre convissuto con tutti gli agenti infettivi fino ad oggi». Lo stesso infettivologo ha poi aggiunto: «Il Comitato ha detto no alla riduzione del periodo di quarantena a 10 giorni o a 7 con tampone. Rispetto la decisione, ma mi spiace rilevare una certa lontananza tra la quotidianità, la vita reale e la pratica clinica e la teoria e la burocrazia italiana dall’altra», ha concluso sui social. Leggi anche l’articolo —> Flavio Briatore: «Caso Sardegna? Attacco ai ricchi, il Covid solo nelle discoteche di destra»