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Coronavirus Italia, che succede se l’indice Rt supera l’1.5: gli scenari possibili

13/10/2020 09:28 - Aggiornamento 13/10/2020 09:33

Coronavirus Italia – Martedì 13 ottobre 2020. Su ‘Il Corriere della Sera’ Margherita De Bac, giornalista che scrive di tematiche legate a sanità, medicina e bioetica sul quotidiano e i settimanali «Sette» e «Io Donna», fa il punto sull’emergenza Covid nel nostro paese e la seconda ondata. L’autrice, che ha aperto un portale dedicato alle malattie rare, ha indugiato sui possibili quattro scenari qualora l’indice Rt superasse l’1.5. La De Bac cita il documento appena pubblicato dall’Istituto superiore di Sanità che fornisce alle Regioni gli strumenti per prepararsi ad affrontare l’epidemia oggi, con l’avvicinarsi dell’inverno.

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Coronavirus Italia, che succede se l’indice Rt supera l’1.5: gli scenari possibili

Lo studio in questione si chiama “Prevenzione e risposta al Covid-19, evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione”. Gli eventuali scenari si basano sul calcolo dell’indice di riproducibilità del virus, vale a dire quante persone possono essere contagiate in caso di infezione. Nel primo, come illustra Margherita De Bac, la “trasmissione resta localizzata”, il che significa che resta circoscritta nei focolai. In altre parole l’Rt regionale è sopra la soglia dell’unità e ha un’incidenza bassa. Nel secondo scenario, invece, la trasmissione si configura diffusa, ma gestibile con Rt fissato tra 1 e 1.25. Sarebbe questa la situazione attuale del nostro paese. Stando all’ultimo monitoraggio l’Italia sarebbe ferma a livello nazionale sull’1,06 con punte regionali che non vanno oltre l’1,25.

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Oggi l’Italia sarebbe ferma a livello nazionale sull’1.06 con punte regionali che non vanno oltre l’1.25

Più insidioso lo scenario 3: in questo caso la trasmissione è sostenuta e diffusa, con il rischio di intasare ospedali e nosocomi. L’indice di Rt oscilla in una situazione del genere tra 1,25 e 1,50. Il quadro più critico resta il quarto quello con Rt superiore a 1,5. Ed è la situazione in cui si è trovata a marzo/aprile 2020 la Lombardia. Tutti abbiamo dinnanzi agli occhi le terribili immagini dei camion militari con le bare dei morti di Bergamo in fila. Allora il virus si riproduceva con un valore superiore a 2, in alcune zone rosse addirittura a 3. Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni? Dopo aver allentato le misure anti contagio l’Italia, entrata nella fase 2, si vede costretta a rimodulare i suoi strumenti per contrastare la pandemia. Soltanto ottenuta l’immunità di gregge il paese potrà sospendere il distanziamento fisico. Nell’attesa che i ricercatori sperimentino il vaccino la mascherina e le misure, previste dall’esecutivo, restano le sole armi per combattere il virus. Leggi anche —> Covid, i dati di oggi: nuovi contagi e tamponi in calo, 39 morti in 24 ore