Covid e scuola, opportuno chiudere gli istituti e passare alla didattica a distanza? In attesa di nuove direttive dall’esecutivo i presidenti delle Regioni cominciano a valutare strategie da seguire. A fare il punto sulla situazione nel nostro paese Gianna Fregonara e Valentina Santarpia, che sul ‘Corriere della sera’ mettono in fila come soldatini i dubbi dei governatori intenzionati a passare alla dad, le resistenze della ministra Lucia Azzolina, sostenuta tra i pochi, dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e i possibili scenari che ci attendono. Intanto al via le prove del concorso straordinario, che a causa dell’emergenza potrebbe subire delle interruzioni.
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Covid e scuola, ritorno alla didattica a distanza: per Azzolina “conseguenze drammatiche”
Didattica a distanza, ingressi scaglionati e la problematica delle attività extra-scolastiche, che potrebbero risultare determinanti per la diffusione del contagio. La Campania ha chiuso tutto per tre settimane e il governatore De Luca ha invocato a gran voce un lockdown totale. Piemonte, Liguria e Lazio hanno imposto alle scuole superiori di tenere a casa «almeno il 50 per cento» degli studenti. Una decisione adottata anche da Calabria, Friuli, Marche e Umbria. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana in una recente intervista ha manifestato le sue intenzioni: «Mi prendo la responsabilità della decisione della didattica a distanza per un breve periodo per le superiori». L’idea degli ingressi diluiti nel tempo continua ad essere gradita dal governatore della Puglia Michele Emiliano, ma bocciata su tutta la linea da Luca Zaia: «In Veneto gli orari sfalsati a scuola complicano la vita delle famiglie». A far da cornice a tutto questo le pressioni della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che chiede che la scuola resti aperta.
Di Maio: «Trovo assurda la campagna politica fatta contro la ministra». Giannelli: «Preservare didattica in presenza»
«L’assenza da scuola avrebbe conseguenze drammatiche sul futuro dei ragazzi», ha detto la 37enne grillina. Dello stesso avviso Luigi Di Maio, che ha difeso a spada tratta l’Azzolina: «In questi mesi ho visto e letto tante polemiche ad esempio sulla scuola, uno dei comparti che invece sta reagendo meglio e trovo assurda la campagna politica fatta contro la ministra». Per i presidi chiudere le scuole sarebbe una grande sconfitta. A tal proposito il premier Conte ha dichiarato: «Bisogna evitare la chiusura delle scuole». Il presidente dell’Anp Antonello Giannelli ribadisce che «la didattica in presenza sia da preservare il più possibile».
«Il mondo della scuola ha lavorato senza sosta e senza ferie. E ora questo lavoro ci pare sia stato inutile, come gli investimenti dello Stato, penso ai banchi monoposto», ha affermato, invece, Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Anp Lazio. E i banchi non sono ancora stati consegnati a tutti gli istituti: a detta del ‘Corriere’ ne mancano ben 900 mila. Sul versante opposto Alessandro Personè dell’Unione degli Studenti: «Durante i mesi estivi non si è lavorato abbastanza per potenziare le corse dei trasporti, costruire nuove aule contro le classi pollaio e garantire l’organico necessario. Ora stiamo scontando un piano di riapertura che non ha dato risposte ai problemi che ogni giorno stiamo vivendo». Leggi anche l’articolo —> “Per colpa tua siamo tutti in quarantena”: studente disabile bullizzato dai compagni di classe