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“La variante inglese è più letale”: lo studio internazionale ora sul tavolo del Cts

15/02/2021 15:20 - Aggiornamento 15/02/2021 15:24

La proposta di Walter Ricciardi di istituire nuovamente un lockdown nel weekend ha fatto finire l’esperto nel mirino di Italia Viva e Lega. Ora sappiamo cosa ha allarmato il consulente scientifico del ministro Speranza: c’è un studio che rivela che la variante inglese è più letale rispetto al ceppo che ha circolato maggiormente in Italia e nel mondo fino ad ora. “L’Italia è in ritardo, avremmo dovuto chiudere 2 o 3 settimane fa”, avvertiva già nei giorni scorsi Walter Ricciardi.

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covid variante inglese

Covid, la variante inglese

Giusto ieri il consulente del ministero della Salute Ricciardi metteva in guardia dalla riapertura delle piste da sci, linea a cui il Cts si è poi allineato. Accusato di essere allarmista, ora possiamo capire il parere di Ricciardi. “Tutte le varianti del virus Sars-Cov-2 sono temibili e ci preoccupano ma, in particolare, quella inglese risulterebbe essere anche lievemente più letale e sta facendo oltre mille morti al giorno in Gran Bretagna”, aveva spiegato il professore di Igiene. La sua riflessione, ha rivelato poi La Stampa, deriva dalla lettura di uno studio voluto da Merkel, Biden, Macron e Johnson.

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Lo studio di Johnson, Macron, Merkel e Biden

Le conclusioni dello studio scientifico sulle varianti commissionato dai più importanti leader mondiali non porta conclusioni positive: la variante inglese uccide di più. Nello specifico, ha una letalità maggiore tra il 20 e il 30 per cento. Ma non solo: la variante basiliana non crea immunità, producendo il rischio della re-infezione. Quella sudafricana mette a rischio l’efficacia del vaccino AstraZeneca.

Lo studio è ora sul tavolo del Comitato tecnico-scientifico, e peggiora la situazione che già appariva critica alla luce dello studio dell’Iss. Lo studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità, insieme al ministero della Salute e alla Fondazione Bruno Kessler sulla diffusione delle varianti su 16 regioni ne ha rilevato la presenza nell’88% delle regioni esaminate. Se al momento la variante inglese non rappresenta più del 20% delle varianti in circolo in Italia, in 5-6 settimane, avvertiva Silvio Brusaferro, essa diventerà la variante prevalente in Italia.

Covid variante inglese: Italia già in ritardo

A fronte di questa situazione di pericolo, aveva affermato Ricciardi “alcuni Paesi hanno già optato per la chiusura drastica. L’Italia è in ritardo, penso avremmo dovuto prendere misure di chiusura già 2 o 3 settimane fa”. Infatti un’eventuale dilagare della variante inglese, sottolineava l’Iss venerdì, andrebbe a creare pressione sui servizi sanitari. Il rischio è che le terapie intensive, nelle zone più colpite, vadano presto in tilt. >> Covid, Ricciardi insiste: “Lockdown per un mese, questo governo ci ascolti”