Su “Il Corriere della Sera” l’intervista, a cura di Maria Teresa Meli, a Goffredo Bettini, politico del Partito Democratico, che sta facendo da “mediatore” tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Una figura cerniera quella di Bettini, che ha fatto avere una lettera del senatore toscano al presidente del Consiglio. «Sono giorni davvero difficili. La pandemia sta risollevando la testa. Il piano di vaccinazione è oggettivamente complesso, anche se l’Italia sta più avanti degli altri Paesi europei», ha esordito il 68enne, illustrando le problematiche del momento.
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Crisi di governo, Bettini: «I leader all’esecutivo garanzia per la stabilità dello stesso Conte»
«La crisi sociale e occupazionale morderà ancora di più quando prossimamente cadrà il blocco dei licenziamenti. E poi dagli Stati Uniti sono arrivate tremende immagini di violenza contro le istituzioni democratiche. Hanno suscitato un senso di tristezza e di allarmante fragilità circa il destino della più grande potenza mondiale. Trump, il presidente sconfitto, non solo non ha riconosciuto il risultato elettorale ma sta guidando una vera e propria insurrezione. Se mette in fila questi dati converrà che in Italia siamo di fronte a una sorta di “tempesta perfetta”. Occorre arginarla e non aiutarla a divampare. (…) Si deve andare presto al sodo: decidere, lavorare, rinunciare alle ripicche e alle tattiche estenuanti. Si deve dare una guida serena e solida agli italiani», ha spiegato Goffredo Bettini. Alla domanda diretta della giornalista “Sarà un Conte ter, con il premier che va al Colle per dimettersi o un rimpastino?”, il politico dem ha replicato: «In queste ore Conte ha ribadito la sua volontà unitaria. Si sono compiuti passi in avanti decisivi sul Recovery plan. Approvato questo provvedimento importantissimo per la vita degli italiani, si tratta di stabilire un accordo solenne, vincolante e chiaro circa le priorità di un programma di fine legislatura. Altro che rimpastino. Stiamo parlando di cose da fare, non di qualche ministero da distribuire. I passaggi da compiere per raggiungere l’obiettivo li decideremo insieme. Innanzitutto con Conte e rispettando la sensibilità del presidente Mattarella. Uomo di grande saggezza». Poi la puntualizzazione: «Un governo più politico è una garanzia per la stabilità dello stesso Conte. A condizione che prevalga un sentimento di lealtà e di solidarietà per una impresa comune. Se c’è questo si può fare tutto».
«Renzi? Vuole dei cambiamenti, ma mette in campo una quantità di proposte alcune del tutto impossibili, fuori misura o fuori contesto»
A proposito di Renzi, Bettini ha detto: «Vuole dei cambiamenti. E questo può andar bene. Li ha sollecitati anche il Pd. Ma poi mette in campo una quantità di proposte (alcune del tutto impossibili, fuori misura o fuori contesto) che sembrano voler più demolire che ricostruire. E lo fa con troppa arroganza. Tuttavia, sono fiducioso e spingo per andare a vedere, sotto la “scorza”, qual è la “polpa” che lo muove veramente. Ma non c’è tanto tempo. Occorre decidere tutto in pochissimi giorni. Sapendo che non è il momento di “rottamare”, ma di ripartire per ricostruire». Mentre su Conte il dem ha sottolineato: «È il premier di un governo dei 5 Stelle e di tutte le forze progressiste. Ha lavorato bene e il Pd lo sostiene con il suo profilo autonomo, ma con la massima convinzione. È per noi un punto di equilibrio imprescindibile. Altri scenari non ci appartengono». Sul finale Goffredo Bettini ha spiegato qual è l’attuale rapporto tra il Pd e Renzi: «È stato problematico, ma franco e intenso. Mai, sottolineo mai, da parte del Pd volto a ordire manovre di accerchiamento. Siamo un grande partito che dialoga con tutti. È il nostro dovere, perché costituiamo il pilastro dell’intero campo democratico». E ancora: «Sono orgoglioso della funzione che stiamo svolgendo. Non so come andrà a finire. Ma noi continueremo incessantemente ad essere un partito, quindi una parte, che ha sempre la volontà di essere tutt’uno con le sorti dell’intera Repubblica. Di praticare, insomma, il conflitto democratico mettendolo sempre in forma politica, per evitare quello scontro distruttivo, primordiale, populista e antipolitico che è arrivato persino tra i banchi e nelle stanze del Senato americano», ha concluso Bettini. Leggi anche l’articolo —> Zangrillo: “Il virus si batte con cure corrette e tempestive, non con misure coercitive”