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Draghi tiene testa all’Ue sui tamponi, ma non solo

16/12/2021 10:30 - Aggiornamento 16/12/2021 12:02

“Restrizioni ai viaggi nell’Unione europea? Non c’è molto da riflettere. Da noi i contagi con la variante Omicron del Covid sono meno dello 0,2%, in altri Paesi la variante è molto diffusa”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi dinanzi ad una Camera dei deputati non particolarmente gremita, alla vigilia del Consiglio Ue, che si terrà oggi 16 dicembre 2021 e domani. L’ex numero uno della Bce ha difeso l’ordinanza sui viaggi emanata dal governo, non si è lasciato affatto intimorire dalle perplessità di Bruxelles, che avrebbe voluto esser avvisata anzitempo. Immediata è arrivata la replica di un portavoce Ue: “Le misure restrittive ai viaggi decise dall’Italia devono restare in vigore per un breve periodo”. Un’osservazione che non ha trovato una contro-risposta. Ormai l’avran capito anche i sassi che per Draghi il silenzio ha l’oro in bocca.  

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draghi oggi Bruxelles

“Non c’è da riflettere”. Draghi tiene testa all’Ue sui tamponi ma non solo, occhio alla “finezza”

Come scrive Stefania Tamburello nel suo prezioso libro Mario Draghi il governatore, uscito qualche anno fa per Rizzoli Etas, l’attuale premier ha fatto del suo «pragmatismo» quasi una forma di snobismo. E non c’è niente di più vero. Ora lo sa anche Bruxelles che forse aveva dimenticato di che pasta è fatto: il banchiere centrale è persona concreta, pratica. Se c’è da prendere una decisione, anche impopolare, scomoda, lo fa, senza farsi troppi problemi. Chi fa parte del suo entourage o ha lavorato con lui in passato sa però che è anche uomo riflessivo: “Quando deve fare una scelta consulta mezzo modo, sente questo e quello, poi decide e lì non c’è niente da fare”, dice un suo vecchio collaboratore. Mai avventato, ma indubbiamente non un uomo indeciso, incapace di assumersi le sue responsabilità. Del resto la stretta sui vaccinati che provengono dall’estero trova giustificazione nei dati. “I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell’ultima settimana, all’interno dell’Unione Europea, si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti. In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita”, ha ribadito Draghi alla Camera. Da qui la scelta di rinnovare lo Stato di emergenza fino al 31 marzo “per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito i cittadini a mantenere la massima cautela e a continuare a rispettare le regole che ci siamo dati”.

draghi Bruxelles

Draghi oggi a Bruxelles per il Consiglio Europeo e l’Eurosummit

Il successo della campagna vaccinale nel nostro Paese si deve, è vero, al generale Figliuolo, ma anche alle scelte politiche di Draghi, che ha ribadito l’importanza dell’immunizzazione per vincere la pandemia. “Come dimostra un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose, e quasi 17 volte maggiore rispetto a chi ha fatto la terza dose. Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità. Ed è essenziale per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità, come siamo riusciti a fare fino ad ora”, ha proseguito il premier. “Voglio incoraggiare ancora una volta chi non si è vaccinato a farlo al più presto e chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile”, ha sottolineato alla camera Draghi, atteso a Bruxelles.

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L’altro messaggio forte e chiaro? Riguarda il «Patto di stabilità», ecco cosa ha detto Draghi al Senato

L’altro messaggio forte e chiaro che Draghi ha voluto inviare a Bruxelles è che l’epoca del «Patto di stabilità», ossia del rigore sui conti degli Stati membri, non sarà ragionevole nemmeno ad emergenza finita. “Non è realistico oggi pensare a una riformulazione del Patto di stabilità nei termini in cui è stato in vigore prima della pandemia di Covid”, ha detto il premier, replicando al senatore Renzi, che però era già andato via. “Le regole del Patto si sono dimostrate inefficaci e procicliche, cioè dannose. Queste regole avrebbero dovuto essere cambiate in ogni caso”, ha affermato Draghi. “Anche la regola sugli aiuti di Stato: come si può penare di fare una transizione ecologica e digitale senza un ruolo attivo dello Stato nel processo di creazione di queste nuove intese”. Dichiarazioni di un certo peso che affondano le radici sempre in quel pragmatismo di cui sopra, ma anche in quell’enorme credibilità che l’Italia si è conquistata sul campo in questi mesi a livello internazionale. Tutto per merito suo, per merito di chi si dar peso anche al silenzio quando c’è da tacere e alle parole quando c’è da spenderle. E non è da tutti capirlo. Leggi anche l’articolo —> Sciopero del 16 dicembre, Cgil e Uil in piazza a Roma: chi si ferma oggi

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(Foto Sito Ufficiale Palazzo Chigi)