Francesca Schiavone, allenatrice di tennis ed ex tennista milanese, ha rilasciato un’intervista ad “Ok Salute e Benessere”, in cui ha parlato della rinascita dopo la malattia, ma anche di come si è sentita subito dopo aver ricevuto la diagnosi. Una storia, per fortuna, a lieto fine la sua: la 40enne è guarita da un tumore al linfoma di Hodgkin. Sul campo da tennis non si è mai risparmiata: è stata l’unica italiana ad aver vinto il Roland Garros nel 2010 e ad aver raggiunto due volte una finale dello Slam. E anche nella vita, contro il brutto male, si è dimostrata una guerriera.
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Francesca Schiavone malattia: «Sono guarita da un tumore al linfoma di Hodgkin»
Oggi Francesca Schiavone ha abbracciato la campagna «Ora posso», promossa da Amgen e Europa Donna Italia, rivolta alle pazienti con cancro al seno per sensibilizzarle sulla fragilità ossea. «Ho deciso di diventare ambasciatrice della campagna per dare forza e coraggio a chi ha affrontato o sta affrontando questa battaglia, così simile alla mia», ha raccontato la tennista. «La cosa fondamentale è fidarsi di se stessi, dei medici e di chi ti vuole bene. Ma anche lottare nei momenti più difficili ricordandosi delle meravigliose qualità che tutti noi abbiamo», ha aggiunto. Per Francesca Schiavone i concetti di fiducia e disciplina sono stati fondamentali: «Quando ho ricevuto la diagnosi di tumore ho fatto leva sugli insegnamenti che lo sport mi ha lasciato, ma per avere tutti gli strumenti serve aggiungere quel quid pluris personale, quel qualcosa che ognuno di noi ha dentro di sé e deve tirare fuori nel momento opportuno».
«La paura mi ha pervaso e la donna invincibile dentro di me è diventata improvvisamente fragile, mi sono sentita impotente»
La Schiavone ha scoperto la malattia poco dopo il suo ritiro dai campi da tennis, nel 2018. Una diagnosi sconvolgente: «La paura mi ha pervaso e la donna invincibile dentro di me è diventata improvvisamente fragile, mi sono sentita impotente. Sia perché non conoscevo quello che mi stava per succedere, sia perché non dipendeva più da me. Mi sono accorta che la paura era reale e che da quel giorno in poi avrei dovuto farci i conti». Decisive sono state le cure: la chemioterapia e la radioterapia, durate per mesi. «Durante la terapia non sono riuscita a fare attività fisica e ho impiegato circa un anno per riprendere le forze, anche solo per sollevare una piccola scatola. Mi sono trasferita nelle campagne della Franciacorta, dove sono cresciuta, e insieme a mio papà, che mi spronava, facevo delle splendide passeggiate nei boschi adiacenti casa. Ormai è passato più di un anno: la voglia di fare sport si sente, soprattutto ho voglia di sfidare il mio corpo, non solo a livello muscolare, ma anche mentale. Mi manca sentire la sensazione di fatica e sforzo», ha raccontato la tennista, che ha dedicato a questo capitolo della sua vita anche un libro, La mia rinascita. Leggi anche l’articolo —> Pippo Baudo malattia, operato per tre volte: «Notti di sofferenza»